12.02.1922 – 01. 07.1992 – marito di Elda
“Preziosa agli occhi del Signore è la morte del giusto” (Sal 115)

Per ricordare Alfredo, ” uomo giusto” che di ” convinzioni diverse” era aderente del Movimento, usiamo le parole che Elda, sua moglie, ha scritto raccontando l’esperienza fatta insieme a lui negli ultimi mesi della sua vita quaggiù: ” Stiamo vivendo una trafila di ripetuti ricoveri in ospedale – più dentro che fuori . Da Firenze ci siamo trasferiti al Policlinico di Padova. ” Di tappa in tappa sto arrivando al traguardo” commenta Alfredo dopo l’ennesimo esame radiologico. E’ lui che consuma il dramma della malattia sulla sua pelle: io posso solo condividerlo. So che non c’è niente da fare se non qualche intervento palliativo, per alleviare le sue sofferenze….

Mi trovo proprio di fronte alla basilica del Santo, come chiamano a Padova sant’Antonio. Vedo in vendita tanti piccoli Vangeli, ne prendo uno e apro a caso: “Non temere, sarà salva”. E’ la certezza della salute fisica per la figlia di Giairo. ” Di quale salvezza vuoi parlarmi, mio Dio? “. Quelle parole che mi parlano di vita mi fanno un gran bene e me ne richiamano alla mente delle altre, anche se diverse, che ho letto al mattino: ” Ci sono periodi nella vita in cui il tempo si vive centellinato… Converrebbe, afferrando il momento che fugge, viverlo nell’amore…”. Le dico ad Alfredo e avverto un’intesa più completa tra noi, quasi un tacito accordo. E’ incredibile la sua pace.

…Oggi è Pasqua. Alfredo è di nuovo in ospedale e mi attende in una piccola corsia che è tutta per noi: gli altri degenti sono stati  infatti dimessi. Fuori splende la primavera ma il nostro sole è dentro, in quella stanza con tre letti. Parliamo tanto ma sappiamo ascoltarci, anche quando restiamo in silenzio; citiamo dei versi e leggiamo insieme. E’ la volta di un articolo di argomento scientifico: il big-bang. Mentre leggo ad alta voce qualcosa che riguarda l’argomento ‘spazio e materia’, vengo interrotta all’improvviso: “Ci sarà un Aldilà? Ma dov’è Dio?”. Ancora una volta il suo dubbio mi coglie di sorpresa, mi spiazza. Balbetto qualcosa, ma nel suo sguardo colgo l’attesa di una risposta. Allora, decisa, dico con forza:” Dove è la carità e l’amore, lì c’è Dio, c’è la sua presenza. Ma Gesù dice anche che dove due o tre sono uniti nel suo nome – e il suo nome è carità – Lui è in mezzo a loro. E’ in questo modo che Dio si rende presente agli uomini quando si amano così come noi, con i nostri figli, con gli amici che si stanno prodigando per condividere le nostre difficoltà. E’  soprattutto per questa presenza di Dio che credo in Lui, nel Suo amore”. ” Lo sento anch’io”, risponde sereno.

Qualche giorno dopo siamo di nuovo a casa. In attesa di un calmante per attenuare i dolori che lo stanno attanagliando, mi dice: “Che facciamo Elda?”. ” Preghiamo”, suggerisco io. Raccoglie le poche forze rimaste e si solleva sul letto intonando un’Ave Maria. E’ l’ultimo saluto. La sua mano stringe la mia, quasi a rinnovare il patto di reciproco amore che ci ha uniti in matrimonio e che, di lì a poco, ci legherà per sempre là, dove il dubbio e la fede non hanno motivo di esistere, ma rimane solo l’amore.