Mario Pardi

6 Feb 2014 | Vite vissute

27.03.1957 – 03.03.1996 – focolarino sposato
“Non voi avete eletto me, io ho eletto voi”. (Giov. 15,16)

Voleva essere sepolto  qui nel cimiterino di Loppiano perché “nella città di Maria si è sempre vivi”, diceva. E voleva una festa dopo la sepoltura, che vedesse insieme tutti i suoi amici, da quelli del Movimento dei focolari agli artisti, attori, registi, musicisti con i quali aveva lavorato e condiviso la sua vita di uomo di spettacolo. E festa anche  per i bambini, perché potessero cogliere in questo momento di dolore e di grazia il profondo mistero della vita che continua dopo la morte. ” I bambini capiscono – diceva Mario – basta parlare loro per metafora… le favole spiegano tante cose…”.

Redi, suo amico, così l’ha ricordato:…Dopo parecchio tempo in cui mi giungeva ogni tanto solo il suo nome, due annifa ho avuto la sorte di rincontrarlo a Trento. Lavevo conosciuto negli anni70… Ricordo il volto radioso di questoragazzino dai grandi occhi volitivi e sognatori ad un tempo; ricordo la sua tempra di leader, che non ha mai deposto;ricordo soprattutto il suo sorriso radioso e la sua voce scandire con la forza e la freschezza delletà, lIdeale che loaveva affascinato: Dio; sulla scia di Chiara e di tanti gen che in tutto il mondo volevano portare lunità.

Poi il fascino dellarte, della musica, del cinema, del teatro; i suoi studi, la sua ricerca, il suo lavoro che amava conpassione e al quale dava tutto se stesso; il distacco dagli amici con i quali aveva condiviso fino ad allora quel grandeIdeale che invece di librarlo in alto gli sembrava che in qualche modo lo imprigionasse. La bellezza, una sete dibellezza mai sopita dentro e ricercata dietro ogni angolo e in ogni rapporto. E con essa una ricerca di autenticità,sincerità, di fedeltà a se stessi, di giustizia, di verità che, ogni tanto, gli sembrava di vedere, davanti: correva perprenderla anche a costo di inciampare e di cadere.

Poi la nascita della sua nuova famiglia. Una tappa vissuta a due, con Simonetta, intensa, come intense sono tutte lesue cose.

Ma la Luce del primitivo ideale,Quella Luce, aveva creato dentro di lui spazi così ampi che solo linfinito potevacolmare. E se era lui a cercare bellezza e verità, Quella Luce andava, invece, in cerca di lui. E lha trovato. Suonanuova, dunque, vera, la frase del Vangelo che Chiara gli aveva consegnato da ragazzo perché gli facesse da guidaper lintero arco della sua vita:Non voi avete eletto me ma io ho eletto voi.

E così si sentiva in questi ultimi tempi dopo la scoperta della grave malattia. Eletto e amato. Ritrovato.

Un mese fa mi disse:Non voglio più essere solo un collaboratore esterno, voglio essere dentro…E dopo un attimodi silenzio:Dentro, nel cuore di questOpera, il focolare, fonte dellunità. Per questo, due giorni prima della suapartenza, il focolare di Trento sé trasferito  nella stanza n.10 dellospedale di Bussolengo. E Mario ha rivelatoqualcosa del segreto che lo abitava da giorni: il suo rapporto con Gesù Abbandonato.

In una splendida lettera a Chiara pochi giorni prima di morire, Mario fra laltro scrive:Oggi unaltra magnifica giornatailluminata gratuitamente per me che sono Amato… forse Gesù mi chiama e quindi ci chiama. Chiara, questo puntosi è confermato in me ieri ( spero non sia uneresia): quando unopassa di , in qualche modo che non so,passanoanche i fratelli uniti a lui… passano di con me tutti quei fratelli che hanno incontrato Dio crocifisso eabbandonato, lhanno abbracciato, hanno concluso labbraccio ed hanno quindi provato su loro stessi che il Dolore èAmore e quindi gioia piena e che la morte non è…

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