19 giugno 1929 -15 luglio 2014 – Focolarino
“Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e poi va pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo” ( Mt 13, 44)

Nato a Urbania nelle Marche vicino a Loreto, il 19 giugno 1929, ha vissuto in una bella e numerosa famiglia insieme a tre fratelli e tre sorelle.

Il suo nome Bruno è stato messo per desiderio della nonna che voleva dare al futuro nascituro un nome legato alla Madonna di Loreto: se fosse nata una bambina si sarebbe chiamata forse Loretta o Loreta, ma essendo nato un maschio non era un nome adatto, allora, proprio perché il colore della Madonna di Loreto era bruno il bambino è stato chiamato Bruno.

La causa della conoscenza dell’Ideale è avvenuta su un autobus a Torino: leggeva un libro spirituale e una persona ha sbirciato quello che leggeva e gli ha detto: ‘ma lei abita in quella tal via (dove c’era il focolare)’? E lui gli ha detto di no, ma incuriosito è andato a vedere chi abitava nella tal via ed ha trovato i focolarini! …

Dotato di grande equilibrio umano, di Bruno rimane impressa la sua semplicità, il suo gran cuore, il suo amore concreto, la sua umiltà, che tanto hanno a che fare con la sua Parola di Vita: “il regno dei cieli è simile a  un tesoro nascosto in un campo…” e questo tesoro e questo nascondimento, tratteggiano molto bene la ricchezza interiore di Bruno.

Dopo aver conosciuto l’Ideale nel 1958, Bruno ha sentito quasi subito la vocazione al focolare. Scrive a Chiara ancora in quell’anno: “Sento forte nell’anima la chiamata di Dio a consacrarmi totalmente a Lui senza riserve o compromessi. Ho trovato qualcosa che mi riempie l’anima, quello che da tempo cercavo. Come fare per entrare subito in focolare? Non ho ostacoli esterni che mi impediscono di fare questo passo”.

In quell’anno è andato in Mariapoli nel Trentino e in una lettera a un amico annota: “Chiara l’ho salutata venerdì sera dopo la “commedia”, mi ha chiesto di dove ero e come mi chiamavo; solo così…Ma è stato tanto bello anche il solo salutarla”.

E’ entrato in focolare nel febbraio del 1960 a Torino, poi per 4 anni è stato in Argentina a Buenos Aires. Tornato in Italia nel ’66 è stato a Trento, Trieste, Firenze e dall’ ’82 al 2013 a Loppiano, prima di arrivare nella Mariapoli Romana.

Il rapporto con Chiara si è mantenuto sempre vivo. Le scrive nel ’61:

“Ho sentito l’Ideale entrarmi nel più profondo dell’anima, e ho avvertito con quale donazione devo corrispondere alla chiamata di Dio, facendo la sua volontà e vivendo con impegno e con amore la Parola di Vita”.

Particolarmente intenso il suo rapporto con Maria. Scrive a Chiara nell’86

“Nella mia vita, Maria è stata sempre la mia guida e il mio sostegno. E’ stata Lei che mi ha fatto incontrare l’Ideale, che mi ha sostenuto nei momenti difficili e nelle prove. Chiedo a Gesù di darmi un cuore puro per poterla amare e donarle tutto il resto della mia vita”.

Da Firenze nel ‘72

“E’ così grande l’amore di Gesù per me, che vorrei dirgli sempre il mio si con tutto il mio essere. Il tuo diario mi aiuta a penetrare nei temi su Gesù abbandonato, a scoprire il mio Amore, lo sposo della mia vita, a inabissarmi in Lui, a vivere di Lui”.

Da Loppiano nell’82

“Dopo aver vissuto un momento di prova, con la sensazione di non poterne uscir fuori, ho capito di essere un eletto, quando posso vivere e amare tutti i dolori fisici e spirituali, quelli che vengono dagli uomini e dalle circostanze della vita di ogni giorno; ho sperimentato la misericordia infinita di Dio che mi vuole portare avanti nel santo viaggio e che mi aiuta a dare il mio contributo affinché il Risorto sia sempre  in mezzo a noi”.

A 76 anni, dopo una scuola per focolarini:

“In questi giorni abbiamo vissuto con Gesù in mezzo, in un rapporto profondo con Dio e fra noi, un soffio di aria fresca che ha rinnovato tutta la mia vita. Mi sono riscoperto come una creatura di Dio, ancora utile per portare l’esperienza vissuta in  tutti questi anni, come dono all’umanità”.

La sua Parola di Vita: “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e poi va pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo” ( Mt 13, 44 ).

Da Lode del Gen Rosso:

“Ho vissuto con Bruno per circa 4 anni ed è stato molto bello scoprire questo focolarino solido, fermissimo nei principi dell’Ideale.

Avevo sempre notato, quando lavorava alla recezione di Campogiallo e poi al centralino, un sorriso schietto, sincero di una persona libera e con una purezza interiore tanto grande.

La sua  serenità non era un dono gratuito, ma era frutto di conquista; l’affabilità che tutti avvertivano nel rapporto con lui veniva dal domare un carattere molto forte che a volte esplodeva, ma che, amato Gesù Abbandonato, lo faceva ritornare come un bambino evangelico.

Era bello gli ultimi tempi che abbiamo vissuto assieme nel focolare Alessandro, quando già il logorio della vita gli aveva tolto tante facoltà, chiudere con lui la giornata: dicevamo le preghiere assieme dichiarandoci Gesù in mezzo con una energica stretta mano, regalandoci un sorriso reciproco pieno di soprannaturale.

Si addormentava come un bambino, fiducioso della presenza di Gesù e Maria  accanto a lui. E così lo ricordo!

Da Yannick (focolarino infermiere),

Ho avuto la grazia di vivere con Bruno, nel focolare Alessandro di Loppiano 4 anni. Sapeva di avere bisogno della presenza di un infermiere e mi presentava volentieri ad altri come il suo «angelo custode»! I diversi ictus degli anni precedenti avevano ridotto le sue capacità.

Veniva spesso nella conversazione il suo rapporto con Chiara di cui sottolineava la delicatezza di una mamma nei suoi confronti ed il sostegno nelle difficoltà. Ricordava spesso anche gli anni di focolare a Trieste ed il rapporto con tante famiglie attorno al suo focolare.

Cercava sempre, nel rapporto con i focolarini sposati del suo focolare, di non dimenticare le loro famiglie (moglie e figli) ma di avere un rapporto privilegiato con tutti loro.

Ho potuto scoprire anche in questi anni il bellissimo rapporto che aveva con le sue tre sorelle ancora in vita ed in modo speciale con i suoi numerossissimi nipoti e pronipoti, quasi tutti rimasti ad Urbania, che gli volevano un gran bene. Alcuni di loro erano venuti a Loppiano alcuni anni fà con un pulman per uno spettacolo del Gen Rosso.

Lo avevo accompagnato per le sue due ultime visite in famiglia ed ogni volta tutti si radunavano per una cena festosa attorno a lui (più di 50 ogni volta!) L’ultimo Natale a Loppiano i suoi nipoti hanno voluto fargli la sorpresa di un saluto via skype molto commovente!

Bruno vedeva anche nelle cure o medicine prescritte un segno della volontà di Dio alla quale voleva essere fedele alla lettera.

Sicuramente ha passato dei momenti di buio e di prova in seguito alla sua invalidità, ma sapeva rimettersi subito nell’amore e nel sopranaturale. Era molto sensibile alla presenza di Gesù in mezzo nella quale ritrovava serenità e pace.

Ecco qualcosa del ricodo degli anni vissuti con lui. Ma più di tutto è l’unità, che al di là di tutto si è costruita ed è cresciuta creando fra noi un rapporto vero e fraterno!

Grazie Bruno di quanto ho ricevuto da te e della tua preziosa unità che mi ha aiutato più volte a superare, momenti di difficoltà! Arrivederci in Paradiso! Yannick

Da Silvio Daneo:

(Nel 1959, a 17 anni) … iniziai a frequentare il “focolare” di Torino, il primo di quella città, in Via Filadelfia, di fronte allo stadio del “Toro”. Passai di scoperta in scoperta, … Soprattutto, cominciai pure io a fare le mie prime esperienze di Vangelo vissuto!”

Bruno Braccioni era uno dei giovani focolarini che componevano quel “focolare”, insieme al giovanissimo responsabile di focolare, Ezio Tancini, Andrea Ferrari, che fu colui che mi invitò a fargli visita, il primissimo fra noi focolarini che raggiunse la Mariapoli Celeste!

Ciò che da subito mi colpì di Bruno era il suo sorriso: delicato, accogliente, sgorgava dall’anima, ed accompagnava ogni sua azione, ogni suo rapporto.

Nei lunghi decenni lo incontrai innumerevoli volte, soprattutto durante le mie visite a Loppiano. Non lo vidi mai senza quello stesso, inconfondibile, permanente sorriso che parlava di accoglienza, disponibilità, di un’anima che trasmetteva la presenza di Dio, anche solo con quel sorriso!

Lo scorso anno lo incontrai ancora a Loppiano. Già non stava bene e lo si poteva notare, dato che il male condizionava parecchio il suo modo di rapportarsi; ma quel sorriso, quel suo desiderio sconfinato di essere amore per gli altri: accoglienza, servizio, disponibilità, grandissima vera umiltà, era talmente evidente che il suo stare poco bene scompariva!

Gli sono grato per tutti questi cinquanta cinque anni di rapporto, dai miei primi “vagiti” nell’Ideale, fino ai giorni nostri. Ho un nuovo prezioso fratello in Cielo.

Grazie carissimo Bruno! Arrivederci!