Un Venerdì Santo con la guerra negli occhi

15 Apr 2022 | Vita

Ospiti ucraine della cittadella polacca “Fiore”.

L’accoglienza dei profughi nella Mariapoli Fiore, in Polonia, e quella appena cominciata a Loppiano. La prima famiglia ucraina presente nella cittadella si sta ambientando nel nuovo contesto. 

 

Quest’anno, il Venerdì Santo ha una tragicità eccedente, molto più avvertita. La distruzione dell’Ucraina, la morte di un numero non ancora calcolabile di inermi civili, l’esodo in massa di ucraini verso Paesi accoglienti (ad incominciare dalla generosa Polonia) ci fanno assistere al Venerdì Santo di un popolo. Un Calvario, iniziato oltre 50 giorni fa, e di cui nemmeno gli esperti prevedono la conclusione. Una crocifissione, per restare nell’orizzonte della Settimana Santa, senza però una risurrezione in tempi brevi. Un dolore immenso che si propaga e ferisce il mondo e l’Europa, dove tante persone aprono cuori e case per l’accoglienza dei milioni di profughi. Anche Loppiano si è resa subito disponibile.

Viene da Kiev la prima famiglia arrivata nella cittadella ad inizio aprile. Una giovane madre, tre bambini, un cagnolino e dei pappagallini. Il marito è rimasto in patria. Mamma e figli provano ora a riassaporare la normalità della vita quotidiana. Così è motivo di gioia il fatto che i due figli in età scolare abbiano già fatto ingresso nelle rispettive classi della scuola pubblica italiana. 

Anche la mamma va a scuola di italiano. Un programma quotidiano di lezioni è stato pensato per lei (e uno personalizzato per i figli) da un gruppetto di insegnanti presenti nella cittadella. La famiglia abita in una casa tutta per sé, godendo così di una propria autonomia. Inoltre, è accompagnata da un’apposita famiglia e sostenuta – anche per tutte le pratiche amministrative, scolastiche, sanitarie – da un gruppo preparato di persone. Un motivo di conforto sarà dato dall’arrivo di altre due famiglie di connazionali, che, nelle previsioni, dovrebbero arrivare nella cittadella prima della fine di aprile.

Particolarmente attiva nell’accoglienza è la cittadella dei Focolari in Polonia. Che funge anche da punto di riferimento per i profughi presenti nel territorio. È da là che in marzo è arrivata a Loppiano la richiesta di quaderni e album da disegno, penne e matite, astucci e zainetti per bambini e ragazzi. La mattina dopo sarebbe partito un pulmino per la cittadella polacca. In un pomeriggio sono stati raccolti 2,5 metri cubi di cancelleria. Gli abitanti della cittadella polacca (poco più di 40) sono impegnati fin dall’inizio della guerra, perché in quel periodo erano libere alcune abitazioni riservate alle famiglie che arrivano per un periodo di formazione. Ora sono ospitate cinque famiglie per un totale di 23 persone, mentre altre 12 sono rimaste per un breve periodo, chi per andare altrove, chi per tornare in Ucraina.

La vicinanza geografica al conflitto rende ogni gesto ancor più carico di condivisione fraterna. Anche i corsi di lingua polacca (sia per adulti, che per bambini), organizzati dalla cittadella a beneficio anche di profughi alloggiati presso altre strutture, sono stati motivo di gradita accoglienza. Una signora ospitata è un’insegnante ed è stata messa in condizioni di proseguire il programma scolastico con gli allievi che si trova attorno. Invece, alcune intraprendenti signore ucraine, arrivate quattro settimane fa, hanno iniziato a produrre una pasta loro tipica – una sorta di grandi ravioli – e a venderla nelle parrocchie circostanti, ottenendo un inatteso successo, denaro che consente di sostenersi e 100 chili di farina in dono.

«Una famiglia è composta – spiega Irena, focolarina polacca della cittadella – da bisnonna, nonna, mamma e due bambini. Prevale tra gli adulti, anche qui, la presenza femminile». Un nonno è arrivato con la moglie e i nipotini. Ha da poco compiuto 60 anni. «Abbiamo organizzato una festicciola – ci racconta Irena –. La moglie era proprio soddisfatta per questa attenzione. Diceva che si sentono molto accolti e che neanche la famiglia avrebbero preparato una festa così grande per il compleanno». Un signora di 85 anni è fuori dall’Ucraina per la prima volta. «Qui da voi mi trovo molto bene – riferisce, Irena, le parole della signora –, mi sento accolta. Ma vorrei tornare in Ucraina. È il desiderio di tutti noi». Si capisce. Anche noi speriamo e auguriamo che possano presto tornare in patria. Molto presto. Ma quanto durerà questo Venerdì Santo?

  • Per chi desidera contribuire a coprire le spese della cittadella di Loppiano relative all’accoglienza dei profughi ucraini presso le proprie strutture può effettuare un versamento. (Credito Cooperativo Valdarno Fiorentino Banca di Cascia, filiale Incisa V.no, intestazione conto: P.A.F.O.M. cod. IBAN IT16R0845705464000000014114). Causale del bonifico: “Erogazione liberale Progetto Ucraina”.

Scopri la cittadella polacca dei Focolari “Mariapoli fiore”

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