Il coraggio di Fiorella

6 Giu 2025 | Notizie, Storie

di Tamara Pastorelli

La storia di Fiorella, studentessa di Sophia, che ha aperto l’ultima edizione del Primo Maggio di Loppiano.

Il suo nome all’anagrafe è Alexandra Fiorella ma tutti, a casa, l’hanno sempre chiamata soltanto Fiorella. Porta con sé l’orgoglio di essere nata e cresciuta ad Arequipa, la “città bianca”, nel sud del Perù, che sorge ai piedi di tre vulcani. Oggi, ha 29 anni. Sta terminando il corso di Licenza in Cultura dell’Unità a Sophia, con indirizzo “Economia, sostenibilità e comunione”. È arrivata a Loppiano nell’agosto del 2023, grazie ad un programma dell’università in cui lavora, l’Università Cattolica di San Pablo, che forma i suoi futuri professori, sostenendone anche economicamente la formazione. 

«Prima di arrivare, ero piena di paure. Mi stavo perdendo lentamente nella routine quotidiana, la mia luce si stava spegnendo» racconta quasi sottovoce, tenendo gli occhi scuri un po’ socchiusi, quasi per mettere a fuoco meglio i ricordi. «Essere stata scelta dell’università per diventare professoressa è stata la prima cosa che ho sentito veramente per me – spiega –. Ho sempre fatto scelte per compiacere la mia famiglia: ho studiato Amministrazione Aziendale anche se io avrei preferito fare Architettura, perché amo molto l’arte. Poi, per fortuna, ho scoperto la pubblicità e il marketing, nel loro aspetto creativo, che mi appassionano molto. Però, dentro me, continuava il conflitto: mi domandavo se quella fosse la mia vera vocazione».

Poi, c’era quel suo modo di vivere la fede tradizionalmente, «come una lista di cose da dover fare, senza libertà e una comunità con cui condividere il cammino». 

Con questo combattimento interiore, Fiorella vive, o meglio, sopravvive. Almeno finché per una “coincidenza” non sente parlare qualcuno dell’Economia di Comunione. «Mi sono chiesta: davvero esiste una realtà in cui si mette l’amore al centro dell’economia? Qualche giorno dopo, un professore mi parlò di Sophia, qui a Loppiano. Ancora oggi non so bene perché, ma sentendo i principi dell’Economia di Comunione, quella piccola luce che ancora resisteva dentro di me si risvegliò».

Così, malgrado i dubbi, malgrado le resistenze, decide di seguire quella che le sembra la “sua” luce. «Mi misi in contatto con Sophia e senza quasi rendermene conto, due mesi dopo il mio colloquio, ero già in viaggio verso l’Italia!».

Alexandra Fiorella

Un nuovo Paese, una lingua sconosciuta, la famiglia e gli amici lontani. Il finale della storia, che assomiglia più ad un inizio, lo ha raccontato dal palco del Primo Maggio di Loppiano 2025: «Non potrò mai esprimere con parole tutto ciò che ho vissuto a Loppiano, perché è indescrivibile, ma ci proverò in modo un po’ poetico. Il 30 agosto 2023, dopo tre voli, quattro treni, averne perso uno e quasi aver dormito in una stazione, sono arrivata a Incisa. Il vero viaggio cominciava lì. Quando salii le scale della stazione, mi ha accolto un Sole che ha illuminato il mio giorno e mi ha donato uno degli abbracci più forti della mia vita, capace di ricomporre tanti frammenti rotti dentro di me. Arrivata nella mia nuova casa, mi attendeva un pasto caldo già pronto. Ricordo ancora il suo sapore. Dopo un viaggio dall’altra parte del mondo, ogni gesto era una carezza. Col passare dei giorni, ho conosciuto la natura e le creature di Loppiano: ognuno diverso, affascinante, unico. Ma c’era qualcosa che li univa tutti… Nei loro occhi c’era pace, nelle loro voci l’esperienza di una vita donata per amore, e nei loro sorrisi la speranza. Loppiano mi ha mostrato paesaggi bellissimi, ma soprattutto le sue creature mi hanno confidato le loro croci e dolori, portati con eroismo e speranza, la speranza che un giorno le “guerre” finiscano, e arrivi la pace.

Ho conosciuto anime belle che come un cielo stellato hanno illuminato i miei momenti di buio e mi sembrava che attraverso di loro mi arrivasse l’abbraccio di Dio che ancora mi diceva: “coraggio, alzati!”. Piano piano, non so come spiegarlo… Loppiano è entrata in me, ha curato le mie ferite, ha illuminato i miei giorni e mi ha avvicinata alla mia vocazione. E così un piccolo fiore peruviano si fece strada attraverso le pietre, e rinacque grazie alla terra in cui aveva lasciato cadere i suoi semi. Per questo mi chiamo Fiorella».

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