Il coraggio di fiorire insieme, oltre i limiti e i conflitti

2 Mag 2025 | Notizie, Primo maggio

di Paolo Loriga

Da tutta Italia e dall’Albania a Loppiano per il tradizionale appuntamento, ricco di musica e di contenuti. 17 laboratori hanno consentito a tutti di venire coinvolti, seguendo le cinque tematiche che i giovani si erano dati per uscire da sé stessi e costruire relazioni sociali.

 

Niente di accomodante, questo Primo Maggio a Loppiano. Nessuna zona di conforto offerta ai giovani arrivati. L’asticella della giornata è stata messa subito in alto. Quasi troppo. E lo fa Fiorella, con qualche tratto della sua vicenda personale. Era piena di paure, una mente molto rigida su tanti temi. È brava negli studi e nel lavoro, ma non ha un orizzonte di senso. «Poi ho sentito parlare dell’Economia di Comunione – racconta Fiorella – e mi sono detta: “Davvero esite una realtà in cui si mette l’amore al centro dell’economia?”. Sophia, l’università di Loppiano, mi avrebbe potuto insegnare i principi di questa nuova visione economica». Ha fatto domanda ed è stata accettata. Il 30magosto 2023, ha lasciato il suo Perù e, dopo aver preso tre aerei e quattro treni, è arrivata nella cittadella. Aveva lottato con i dubbi e superato ostacoli. Sarebbe stata lontano da famiglia e amici per due anni. Ma, ogni volta, sembrava che Dio le dicesse: «Coraggio, alzati!». E, puntualmente, lo ha fatto. «Così un piccolo fiore si è fatto strada in me. Per questo mi chiamo Fiorella».

Quanti fiori si apriranno oggi tra il migliaio di giovani arrivati da ogni parte d’Italia e dall’Albania per vivere questa edizione del Primo Maggio di Loppiano? Il titolo è un invito lampante – “Il coraggio di fiorire” –, tanto più che, dopo una decina di anni, questo festival (che si svolge dal 1973) è finalmente inondato di sole e la natura si è vestita con i colori della primavera. Michela, alta e bionda, viene da Brescia ed è al suo quinto Primo Maggio. Non riesce a venire a Loppiano in altri momenti, «ma al Primo Maggio non manco». Tre studentesse arrivano dalla Calabria, capelli corvini e occhi brillanti. Sono effervescenti per l’emozione e hanno fretta di entrare nell’Auditorium per prendere i posti migliori. Passo più felpato contraddistingue gli estimatori di lungo corso del Primo Maggio. Capelli brizzolati, qualche chilo in più del dovuto, sono professionisti stimati e genitori impegnati. Sono la rappresentanza di adulti, che tornano al Primo Maggio con la fedeltà di quanti, un tempo ventenni, hanno scoperto allora il senso del proprio esistere.

Cambiano le generazioni, ma l’evento del Primo Maggio resta molto sentito. Alle 10,00 tutti in Auditorium, Giovani per un Mondo Unito e non solo loro. «Vogliamo vivere ogni giorno l’Ideale dell’Unità e della fratellanza universale, tenendo a cuore la regola d’oro “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”», spiega Emily, 22 anni, venuta dalla Siria, studentessa di Farmacia. Mentre Marco, 26 anni, laureato in Statistica, romano, introduce il senso di questo appuntamento: «Vogliamo riflettere sui nostri conflitti interiori, su ciò che tormenta i nostri pensieri, che fa crescere le nostre paure, perché diventa difficile andare incontro all’altro, sostenerlo nelle sue difficoltà, essere vigili sulle fratture del mondo, quando le prime ferite irrisolte sono dentro di noi».

Idee chiare, obbiettivi nitidi. Frutto delle riflessioni su quanto loro stessi soffrono e vivono in mezzo a questa pandemia globale del “singolarismo”. Ma anche con il proposito di aprirsi agli altri per avviare relazioni costruttive e legami generosi. Insomma, con il coraggio di sbocciare e l’impegno ad osare per svincolarsi dalla logica della fibrillante ricerca della propria individuale felicità. Ed ecco qua la peculiarità del Primo Maggio. I temi, i contenuti e le varie fasi del programma sono ideati e realizzati dai giovani stessi, con alcuni adulti specialisti ad accompagnare il cammino e ad individuare assieme gli esperti per i laboratori. Cinque le tematiche poste in campo: accettazione di sé e autocritica, paura del fallimento e necessità di controllo, indipendenza e ricerca di appartenenza, paura del giudizio degli altri e bisogno di autenticità, accettazione del passato e costruzione di un futuro migliore. Tematiche che hanno attraversato l’intero programma, ad incominciare dai 17 laboratori, che hanno caratterizzato l’intera mattinata. Significativa la ripartizione: uno sul rapporto sensoriale con la natura, uno sulle nuove tecnologie, due sul fenomeno delle migrazioni, sette sulla conoscenza di sé, le ferite la ricerca di identità, sei sul versante artistico per donare, con gli altri, sé stessi agli altri.

La pausa del pranzo è stata l’occasione per intrecciare conoscenze, magari seduti al sole sui prati, visitando gli stand, curiosando tra le mostre, gustando il gelato artigianale, per poi tuffarsi nel programma del pomeriggio. Si è trattato di una vera sorpresa per il giovane pubblico, quella del teatro musicale. Samuele, il protagonista, è proprio sfortunato. Capita tutto a lui ed esprime così le ferite, le inquietudini, le paure, le crisi del mondo giovanile italiano e occidentale. Ha perduto il suo diario intimo, quasi sé stesso, ed ha timore che qualcuno lo trovi e possa conoscere la sua personalità così com’è. Compagna di viaggio, una ragazza bionda, che alla fine rivelerà di essere la sua anima, la sua interiorità, con cui intreccia un costante dialogo.

Il percorso viene impreziosito dalle inserzioni dei gruppi che nei laboratori artistici del mattino hanno preparato un canto, una danza, una musica con le percussioni su secchi di plastica, un numero teatrale con cui hanno raccontato emblematici episodi di vita quotidiana. Efficace l’apporto delle artiste del Gen Verde. Così come gli apprezzati contributi di AsOne (Come uno, in italiano), gruppo musicale formato da veronesi appena maggiorenni, quello di Martina Nicosia, in arte Martinico, ventenne dalla voce eccellente, che ha già fatto parte del cast del musical “Bernadette de Lourdes”. E poi, l’eleganza delle ballerine e dei ballerini della LAD (Laboratorio Accademico Danza), scuola di danza di Montecatini Terme, e la bravura dei due giovani attori proatagonisti: Marta Fornari e Edoardo Bartalesi, della Compagnia Teatrale Aletheia.

Il palco ha permesso così di accendere le luci su tanti giovani, che, venuti per essere solo spettatori, si sono ritrovati protagonisti, vincendo timori e limiti, condividendo l’apparente “poco” di ciascuno e ciascuna, stupiti di aver fatto, perché assieme ad altri, qualcosa di bello e costruttivo per tutti.  E quanti erano seduti in sala – come hanno poi confidato alcuni ragazzi – non hanno vissuto niente di meno, scoprendo e riscoprendo quanto un piccolo gesto d’amore possa sviluppare relazioni sociali sempre più vaste.

Per fiorire, c’è bisogno di coraggio, di saper osare. Questa edizione del Primo Maggio sembra averli aiutati. E forse un indizio sta nell’allegria che il migliaio di giovani ha fatto esplodere in quella sorta di discoteca all’aperto allestita sul sagrato della Theotokos. I grandi palloni trasparenti lanciati costantemente verso l’alto da un lato all’altro del piazzale sembravano manifestare un’esuberante gratitudine. Quella poi, con raccoglimento, espressa alle 18,30 nella Messa, in un santuario affollato.

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