di Tamara Pastorelli
Dal 4 al 6 luglio, il Polo Lionello Bonfanti ospita “Parole laiche di economia biblica”, un laboratorio residenziale che intreccerà l’arte della narrazione e l’economia alle storie della Bibbia. Tra i partner dell’esperienza formativa ci sono Economy of Francesco, Polo Lionello Bonfanti, Avvenire e Federcasse. Lo scopo? Trovare parole e narrazioni nuove per ridare un’anima all’economia. Ne parliamo con Luca Iacovone di Fondazione Economy of Francesco.
Luca, perché questo laboratorio? Che cosa c’è che non va nel linguaggio e nelle parole che si usano oggi per parlare di economia?
Si tratta di linguaggio molto tecnico, quasi escludente, che spesso contribuisce a creare l’idea che l’economia sia una materia per pochi esperti che applicano norme o formule prestabilite. Invece, con l’esperienza che stiamo portando avanti con Economy of Francesco e il Polo, noi sappiamo che esiste un’economia diversa, che mette al centro l’uomo, la tutela della Casa Comune, la pace. Un’economia fatta di persone, capace di parlare a tutti. È l’impegno che ci siamo presi con papa Francesco a partire dal 2019, di ridare un’anima all’economia.
Come possiamo spiegare, a chi ci legge, l’esperienza che si farà durante “Parole laiche di economia biblica”?
Proveremo a far dialogare i teologi, gli economisti, con quegli artisti che lavorano con le parole, come scrittori o musicisti, per costruire delle narrazioni. Da questa contaminazione, con i partecipanti, proveremo a creare dei veri e propri prodotti editoriali: racconti, articoli e podcast. Lungo il percorso saremo accompagnati da professionisti della comunicazione che sono anche partner e promotori dell’appuntamento.
Secondo te, secondo voi, come può la narrazione cambiare la visione dell’economia?
L’anno scorso, nell’ambito di Economy of Francesco, abbiamo dato vita a “Griot”, un gruppo di ricerca che lavora sulla possibilità di trovare storie e narrazioni capaci di costruire capitali narrativi e riferimenti nuovi per una nuova economia. I “griot”, nella cultura africana, erano i cantastorie, le persone che, di villaggio in villaggio, trasmettevano oralmente le storie tradizionali in cui i popoli si riconoscevano. Il passo ulteriore che stiamo provando a fare con “Parole laiche di economia biblica” è quello di mettere insieme l’esperienza di “Griot” con quella della Scuola di Economia Biblica del Polo Lionello Bonfanti. Sondiamo la possibilità di leggere e trovare, dentro quel grande contenitore di storie e narrazioni che è la Bibbia, le parole capaci di costruire una nuova economia.
Che cosa intendi quando parli di “capitali narrativi”?
Il capitale narrativo è il patrimonio di storie, immagini, simboli e parole che una comunità, un’organizzazione o una persona custodisce, trasmette e rinnova nel tempo. È una forma di ricchezza immateriale ma concreta: come tutti i capitali, genera frutti, orienta le scelte, tiene viva l’identità e apre al futuro. Non è solo “storytelling”. È qualcosa di più profondo e vitale. È ciò che ci tiene insieme quando tutto cambia. È il racconto che sappiamo fare di noi stessi quando attraversiamo una crisi, una trasformazione, un inizio. Nasce dalla nostra capacità di raccontare ed essere raccontati. Ogni grande impresa, ogni movimento, ogni comunità comincia quando qualcuno riesce a trasformare un’intuizione in un racconto, un fatto in una storia, un ideale in una narrazione condivisa. È fondamentale nei momenti di crisi, quando le strutture vacillano ma le storie resistono.
Con un capitale narrativo vivo, le storie diventano azione, ispirano cambiamento, orientano le economie, educano alla cura e alla giustizia. Oggi che il marketing usa lo storytelling per vendere, il capitale narrativo diventa un atto politico e profetico: raccontare non per conquistare ma per custodire e generare gratuità. Come facevano le fiabe dei nonni. Come fa la Bibbia.
A chi è rivolto il laboratorio?
Ai giovani. Ma non abbiamo indicato fasce di età precise. Speriamo di poter raggiungere qualche 17enne che abbia voglia di misurarsi con questi temi, come il 35enne. Ci piacerebbe creare una classe il più eterogenea possibile, composta da imprenditori del sociale come da imprenditori tout court, studiosi di economia, appartenenti al mondo della finanza, altri operatori dell’economia, comunicatori o artisti. La speranza è quella di dar vita ad un altro gruppo di lavoro che continui a collaborare, come una costola viva di Economy of Francesco.
Per candidarsi a “Parole laiche di economia biblica” occorre inviare il proprio curriculum e una lettera motivazionale alla mail: comunicazione@edicspa.com. La partecipazione è gratuita per tutti i selezionati. C’è tempo fino al 20 giugno. Maggiori informazioni sul sito del Polo Bonfanti.