Jason, la propria terra senza pace e il Gen Rosso

20 Giu 2025 | Arte, Giovani, Notizie

Di Paolo Lòriga

La sua città, Goma, è in mano ai ribelli. Nella Repubblica Democratica del Congo la guerra interna ha già provocato migliaia di morti. La fuga della sua famiglia e la sua vita di bassista nel gruppo musicale della Cittadella.

«Adesso la situazione è tranquilla nella mia città, ma tranquilla solo in apparenza, perché è occupata dai ribelli. Se il governo vorrà riprendere il controllo di Goma, si riaccenderà la guerra». Jason parla a voce bassa, spesso guardando il pavimento. Il dolore per le vicende della sua terra, la Repubblica Democratica del Congo, è profondo. Nel gennaio 2025 i ribelli M23, una organizzazione paramilitare venuta e finanziata dal Rwanda e denominata “Movimento del 23 marzo”, hanno occupato Goma, come già fecero per breve tempo nel 2012. La città, abitata fino al 2024 da 740 mila persone, è situata sulla riva settentrionale del lago Kivu e si trova a poca distanza dal confine con il Rwanda.

 «La guerra tra ribelli ed esercito governativo – spiega Jason – è dovuta alla conquista di minerali preziosi, dall’oro ai diamanti. Il risultato è che ci sono stati scontri armati, uso massiccio di bombe e tanti morti». Con enorme efferatezza nelle azioni dei ribelli. Il rapporto dell’Onu di fine marzo parla di almeno 8.000 morti, fra militari e civili, e di un numero incalcolabile di feriti e dispersi. I detenuti fuoriusciti dal carcere, circa 3.000, hanno seminato il terrore.

La famiglia di Jason è riuscita a fuggire da Goma a metà marzo. Ma, purtroppo, non tutti assieme. La mamma, due fratelli e la sorella tredicenne, hanno trovato rifugio in Uganda, ospiti da famiglie di amici, mentre gli altri due fratelli sono arrivati in Congo Brazzaville a casa della sorella, là trasferitasi da un po’ di tempo. «Non abbiamo notizie se la casa sia ancora in piedi, ma lo speriamo», afferma asciutto Jason. Numerosi connazionali hanno trovato invece distrutte le loro abitazioni, senza sapere più dove andare.

Jason, 25 anni, è arrivato a Loppiano nel marzo 2022, in seguito alla conoscenza su Facebook, nel 2017, con il brasiliano Helanio, cantante del Gen Rosso. «Parlando di musica, si è creata un’amicizia. Poi ho conosciuto Emanuele Chirco, direttore artistico del Gen Rosso. Aveva apprezzato i miei video (canzoni e spettacoli con vari artisti africani famosi). Nel 2020 mi sono trasferito in Kenya, dove avevo maggiori opportunità per la mia carriera musicale di bassista». Si ferma, fa silenzio, poi si lascia sfuggire una confidenza: «Mamma aveva capito che avevo un talento e mi ha benedetto e lasciato partire». Altra sosta.

«Chi avrebbe pensato di suonare nel Gen Rosso e contribuire a portare nel mondo attraverso la musica il bellissimo messaggio di unità e di fraternità tra tutti. Prima non conoscevo il Movimento dei Focolari e faccio parte della Chiesa evangelica. Mi sono inserito nella cittadella piano piano, con fatica. Non ero abituato a vivere con persone di culture diverse ed è stata una vera scuola di vita».

Con mamma, fratelli e sorelle si sente di frequente, connessione telefonica permettendo nei loro attuali Paesi. «Per Pasqua ci siamo potuti parlare tra tutti – e gli occhi di Jason si illuminano –. Siamo stati collegati tutta la notte, abbiamo pregato a lungo assieme. È stato un’occasione bellissima, di particolare gioia e commozione. Era finita l’ansia di riuscire a trovare una sistemazione per la famiglia, anche se, forse, provvisoria e il peggio ci sembrava passato. Il momento sacro della Pasqua ci ha lasciato un segno profondo». Poi aggiunge: «Che bella una famiglia con tanta fede come la nostra. Ci sentiamo vicini, pur lontani. Il fatto che la mia vita vada bene qui al Gen Rosso, che andiamo avanti insieme, è motivo di consolazione per mamma e per i fratelli e le sorelle».

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