Con gli occhi di Francesco

Celebrando gli 800 anni del Cantico delle Creature
Martedì 7 ottobre 2025 la cittadella di Loppiano ospiterà l’evento “Con gli occhi di Francesco”, pensato per celebrare gli 800 anni dalla composizione del Cantico delle Creature di San Francesco di Assisi, considerato tra i primi documenti letterari e poetici della Penisola. Secondo la tradizione, sarebbe stato scritto pochi mesi dopo il dono delle stimmate, mentre si trovava nel monastero di San Damiano, dove vivevano Chiara e le sue prime sorelle.
La Missa pro custodia creationis
La serata inizierà alle 18:30, nel Santuario Maria Theotokos, con la Missa pro custodia creationis, ovvero la “Messa per la Custodia della Creazione” celebrata seguendo il nuovo formulario del Messale Romano approvato da papa Leone XIV nel luglio scorso, in occasione del decimo anniversario della pubblicazione dell’Enciclica Laudato Si’. La “Missa”, come ha ben spiegato il cardinale Michael Czerny SJ, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (DSSUI), «chiama ad essere fedeli amministratori di ciò che Dio ci ha affidato nelle nostre scelte quotidiane e nelle politiche pubbliche, così come nella preghiera, nel culto e nel modo con cui viviamo nel mondo».
Una rilettura del Cantico delle Creature
Il programma proseguirà, alle 20:45, nell’Auditorium della cittadella, con la rilettura del Cantico proposta dall’economista e scrittore Luigino Bruni. La sua analisi si soffermerà in particolare sui versetti 23 e 24, dedicati al tema del perdono:
«Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore
et sostengono infirmitate et tribulatione».
L’appuntamento, organizzato in collaborazione con l’ufficio per l’ecumenismo della Diocesi di Fiesole e con il Circolo Laudato si’ di San Giovanni Valdarno, si svolge nell’ambito delle iniziative dedicate al Tempo del Creato 2025, intitolato “Pace con il Creato”. Pace che, anche intesa come perdono, è parte fondamentale dello spirito del Cantico, come ricorda il filologo Roberto Antonelli nel saggio “Francesco D’Assisi” (La poesia del Duecento e Dante, La Nuova Italia, pag. 69-72). In esso, infatti, Francesco canta «l’inevitabilità dell’armonia dell’universo, la bontà di tutto il creato e quindi l’amore che, tramite la natura e i suoi beni, collega l’uomo a Dio fin negli aspetti meno felici […]. Corollario quasi necessario di quest’armonia cosmologica è l’armonia tra gli uomini, la pace, il perdono e quindi l’importanza dell’umiltà».