Victoria Tumusiime – Victoria di Maria

01.03.1962 – 08.04.1992 – Focolarina
“Al di sopra di tutto … vi sia la carità che è il vincolo della perfezione” (Col 3,14)

Victoria era nata a Nyamwegabira, un villaggio del sud-ovest dell’Uganda, in una famiglia cristiana, molto unita e gioiosa, come lei stessa la definiva. Era la quarta di sei fratelli. Ricorda di essere sempre stata circondata da tanto affetto: spesso andava nella piantagione di banane insieme alla nonna che le narrava racconti che a lei piacevano molto e con gioia la piccola andava a prendere l’acqua, la legna da ardere. Diceva:

“Perché anch’io amavo tanto la nonna”

A nove anni un fatto per lei incomprensibile:

“Il parroco ha chiamato i miei genitori perché parlassero con il Vescovo. Io stavo sempre attaccata alla gonna della mamma. Non capivo cosa stesse succedendo, li vedevo parlare molto seriamente. Il Vescovo chiedeva se erano d’accordo che mia sorella maggiore lasciasse la famiglia per seguire Dio nel Movimento dei Focolari. Era un grande passo per i miei, perché nella nostra tradizione il primogenito è quello che ha il compito di aiutare a crescere i fratelli minori. Ma i miei genitori, per una grande grazia, hanno capito e le hanno permesso di prendere la sua strada…”

Fu qualche anno più tardi nel ‘76, che Victoria partecipando ad un incontro con altri ragazzi ebbe l’impatto decisivo con il Movimento. Ricorderà per sempre le parole scritte sulle pareti di quella sala: ‘Che importa? Amare Dio importa!’. Racconta:

“E così sono ritornata a casa decisa a mettere Dio al primo posto amandolo, ed amando per Lui ogni fratello”.

Tutto è cambiato. A Nyamwegabira si consolida intanto il primo gruppo gen e l’impegno di Victoria nel vivere il Vangelo diventa sempre più forte. Qualche anno dopo, conclusi gli studi, ottiene anche lei il permesso dai genitori di seguire Dio in focolare.

“Ho deciso di lasciare tutto: genitori, casa, professione, una famiglia futura, non per me ma per Dio.
La rivoluzione del Vangelo è veramente entrata in me”.

Nel 1990 Victoria arriva a Loppiano. Moltissime le testimonianze di chi l’ha incontrata ed ha vissuto con lei, che ricordano il suo entusiasmo, il suo costante e sempre nuovo amore per ciascuno. Ancora da suoi appunti:

“Avverto con tutto il mio essere che devo amare, e capisco che il resto verrà da sé, tutto”.

“Sento dentro di me come se Gesù mi chiedesse di essere sempre più vigilante nella prontezza a dare la vita per gli altri ed anche ad aiutarli concretamente, così diventiamo santi insieme”. “Sempre avanti, sempre più in alto, con l’aiuto di Dio e del fratello”.

Il 23 marzo del ‘92 viene ricoverata d’urgenza in ospedale per l’insorgere improvviso di sintomi che denotano una malattia grave. Tutti i membri del Movimento stanno vivendo una frase del Vangelo ‘Sia fatta’ (sia fatta la Tua volontà). Per Victoria questo motto significa uniformarsi pienamente alla volontà di Dio su di lei in questa imprevista e grave malattia. A volte, nei momenti più difficili, ripete:

“Questo ‘sia fatta’ mi dà uno sprint speciale per vivere nell’amore ogni momento. Ho dentro una gioia, una gioia che non so spiegarmi. Sono contentissima”.

Una gioia ed una pace che contagiano le focolarine che l’assistono e medici e infermieri. E’ certa che l’importante è fare bene tutto ciò che dipende da lei perché poi Dio avrebbe fatto la sua parte. Pregando bene quindi, rispondendo il più esaurientemente possibile alle numerose domande dei medici, prestandosi con docilità ai continui dolorosi esami. 

Uno degli ultimi giorni, in un momento di sofferenza più acuta, dice con solennità:

“Ogni giorno aumenta la misura del dolore (…) ma anche quella dell’amore”.

Finché era cosciente ripeteva con gioia:

“Sento la Madonna qui vicino a me”.

Nei giorni della malattia, tutta Loppiano respirava un’aria sacra, e Victoria si sentiva sostenuta in ogni momento dalla presenza di Gesù in mezzo con chi l’assisteva e con quanti pregavano e vivevano per lei, soprattutto Chiara che fin dal primo momento l’ha seguita passo passo. E a Chiara, Victoria aveva voluto più volte ripetere che offriva ogni momento della malattia per il suo imminente viaggio in Africa. Sapere, infatti, che Chiara dopo molti anni avrebbe visitato il Movimento in Africa aveva dato a Victoria una gioia del tutto particolare e più volte in diversi momenti, parlava dell’importanza di questo viaggio.

Le sue ultime parole sono state:

“Teniamo Gesù in mezzo! Grazie!”

La cittadella africana nei pressi di Man (Costa d’Avorio) ha preso il suo nome: “Mariapoli Victoria”.