Francesca, il Progetto Giovani e l’altro

26 Feb 2020 | Giovani in evidenza, Vita

Conosciamo meglio Francesca che ha 25 anni appena compiuti, è di Solagna, in provincia di Vicenza, ed è una delle giovani che stanno vivendo l’esperienza del Progetto Giovani a Loppiano.

 «Non ho mai fatto parte dell’esperienza del Movimento dei Focolari, anche se ho sempre saputo della sua esistenza e di quella di Loppiano da mio padre, che è un volontario…». Francesca esordisce così, cercando di comunicare tutte le sfumature della decisione presa di trascorrere quest’anno a Loppiano, grazie all’esperienza del Progetto Giovani. «Da grande, mi sono reinserita attivamente in parrocchia per dare una mano a mio papà per il catechismo. Poi, quattro anni fa, ho cominciato a fare animazione con ACR (Azione Cattolica Ragazzi), sono stata referente degli animatori, nel consiglio del centro parrocchiale e, l’anno scorso, nel consiglio parrocchiale…». Parallelamente a tutta questa vivacità d’impegno, Francesca studia: si diploma all’Istituto Agrario e poi, s’iscrive all’università, a Padova, dove consegue la laurea triennale in “Scienze dell’educazione e della formazione”. Decide di proseguire gli studi per diventare educatore sociale.

Ecco, questa era la sua vita, in estrema sintesi, almeno fino a due anni fa, quando… «Una sera di due anni fa, mio padre mi disse: “sai che a Bassano c’è un incontro con Benedetto Gui che parla di Economia di Comunione?”. Cavolo, penso… Strainteressante! E ci sono andata». Forse, non si può parlare proprio di “folgorazione” ma deve comunque essere scattato qualcosa che ha innescato in Francesca il desiderio di saperne di più su quella realtà che per tutta la vita aveva visto testimoniata da suo padre: «In mio padre, ho sempre visto un modo differente di rapportarsi con Dio che mi affascinava. Lui ha una capacità di affidamento e una conoscenza di Dio e della vita cristiana che altre persone non hanno. Questa visione di Dio come Amore… mi sono accorta che i ragazzi della mia età non avevano questa visione di Lui! Volevo capire da dove l’aveva tirata fuori, e l’incontro con Benedetto Gui era in linea con questo mio desiderio…».

Così, Francesca contatta degli storici amici del padre, Franco e Beatrice Cardinali, una famiglia di Loppiano, che a loro volta la mettono in contatto con Paola Serafini, del Progetto Giovani. «Sono venuta giù la prima volta per venti giorni tra aprile e maggio 2019, in un momento di pausa universitaria. Ero molto stanca, perché avevamo vissuto un periodo forte in parrocchia, fatto di tanti cambiamenti… Ma quando sono entrata in chiesa da sola, ho sentito come un abbraccio, una cosa di pancia, mai provata prima, ho sentito, ho capito realmente quanto Dio mi amasse per quello che ero con i miei pregi e i difetti». Francesca chiede a Paola di vivere quei giorni come una qualunque cittadina di Loppiano, senza fare grandi incontri, solo il quotidiano. «Mi sono sentita a casa. Tutti mi conoscevano e mi salutavano, si presentavano, anche se era facile riconoscermi, a quei tempi, avevo i capelli viola! Poi, la domenica delle Palme, ho capito che volevo tornare e rimanere per un periodo più lungo, magari lavorando anche…».

Francesca torna a casa e comincia ad esplorare diversi modi per poter tornare. Non passano neanche dieci giorni e riceve un messaggio di Beatrice Cerrino, del Polo Lionello Bonfanti, che le parla dell’opportunità di realizzare il suo sogno facendo il servizio civile con l’associazione “SALVE! – HEALTH TO SHARE ONLUS” che ha sede proprio al Polo. «Anche se ero nel pieno di una sessione d’esame sono partita per compilare la richiesta e tutti i documenti che servivano e… il 24 settembre sono tornata! Tutte le cose si sono messe “a fagiolo”: ho conosciuto una realtà come quella di “Salve!” inerente alla mia professione. Poi il mio relatore mi ha proposto di scrivere la tesi sulla pedagogia del Movimento dei focolari, e mi è sembrato come se qualcuno mi stesse indicando la strada, la via che dovevo percorrere».

E, alla fine di questo lungo viaggio, come è l’esperienza a Loppiano con il Progetto Giovani?

«Sento che questo è il luogo giusto per approfondire la mia vocazione di educatrice. Mi sono resa conto che non posso scindere l’aspetto religioso da quello che sono io. Posso essere arricchita da questa spiritualità che ha sempre fatto parte di me? Vivo in continua ricerca, sia a livello di studi che di vita, e l’incontro con l’“altro”, che faccio a partire da casa, mi aiuta! Vivo 24 ore su 24 con altre ragazze che non conoscevo, che hanno bagagli culturali completamente diversi dal mio e che, come Debora di Brescia e Tereza della Repubblica Ceca, non fanno parte del Movimento dei Focolari. Solo Catalina dell’Ecuador e Clara, che in parte è panamense e in parte è colombiana, sono delle gen (ndr. Giovani dei Focolari). Qui, facciamo un’esperienza quotidiana di fraternità e di amore. È un’esperienza che ti dà talmente tanto che bisogna viverla, perché le parole non riescono a descriverla. Anche con i ragazzi del Progetto Giovani viviamo una relazione come tra fratelli. E il rapporto con l’altro ti aiuta a conoscere di più te stesso».

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