Loppianolab e la fraternità

29 Set 2020 | Loppianolab, Vita

Proseguono gli appuntamenti dell’undicesima edizione di Loppianolab, con il secondo webinar del 2020, dedicato al tema della fraternità, tanto caro a Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari e della cittadella di Loppiano, di cui quest’anno si celebra il centenario della nascita. 

 

Prosegue il percorso di Loppianolab 2020, con il suo secondo appuntamento, sempre in versione webinar, intitolato “Il contagio della fraternità”, andato in onda il 24 settembre. La diretta Zoom e YouTube è partita, questa volta, dal Polo Lionello Bonfanti, punto di riferimento per le aziende italiane che aderiscono al progetto di Economia di Comunione, e per molti altri soggetti, accomunati da una visione del mondo e dell’economia orientata all’inclusione, allo sviluppo integrale della persona, della società e del Creato.

Michele Zanzucchi, giornalista e professore dell’Istituto Universitario Sophia, moderatore della serata, ha aperto il webinar inquadrando il contesto degli ultimi mesi, caratterizzato dalla diffusione drammatica dell’epidemia da Coronavirus, dall’emergenza sanitaria, dal conseguente isolamento, dall’iperinformazione, dalla limitazione degli spostamenti e dalla paura: «La paura è uno di quei sentimenti umanissimi che evidenziano i nostri limiti, la nostra finitezza, che ci fanno più uomini, più donne. Simone Weil direbbe la finitude. Allora, anche il Coronavirus può aiutarci a ritrovare la nostra dimensione reale. È quello che sperimentiamo da mesi, abbiamo capito che abbiamo bisogno degli altri esseri umani, abbiamo bisogno di essere in una rete, di mettere insieme tante reti, quelle reti che costituiscono l’umanità».

Da qui il tema della serata, “Il contagio della fraternità”, questo paradigma tanto caro a Chiara Lubich, che già in un appunto del 1949 scriveva:

[…] Ho sentito che io sono stata creata in dono a chi mi sta vicino e chi mi sta vicino è stato creato da Dio in dono per me. Come il Padre della Trinità è tutto per il Figlio ed il Figlio è tutto per il Padre. Sulla terra tutto è in rapporto di amore con tutto: ogni cosa con ogni cosa. Bisogna esser l’Amore per trovar il filo d’oro fra gli esseri.[1]

È il germe del tema del “dono”, dell’uomo-relazione, dell’amicizia e dell’amore sociale, quale scaturisce dalla visione antropologica della cultura generata dal carisma dell’unità.

Così, Marta Michellacci, storica dell’arte, ha tradotto questa esperienza del “dono” nel linguaggio dell’arte, evidenziando come anche dall’arte contemporanea, nelle opere di alcuni artisti, anche street artists, si possano rintracciare proposte alternative al nostro sistema di sviluppo sociale, che vanno dall’eco sostenibilità, alla cura, all’attenzione alle marginalità, alla relazionalità.

Poi, Filomena Maggino, Presidente della Cabina di regia “Benessere Italia”, della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha posto l’attenzione sull’opportunità, in questo momento di ripresa, in cui occorre prendere decisioni importanti anche in termini di investimenti, di farlo mettendo al centro la persona, intesa tutte le sue dimensioni: quelle personali, della qualità della vita, di salute, di stile di vita, di formazione, di spiritualità; ma anche quelle che la pongono in relazione agli altri, come la coesione sociale, la coesione economica, ecc. «Io penso – ha spiegato  – che se riusciamo a riportare la bussola su queste questioni, superando la logica che ha messo al centro delle grandi decisioni del passato il PIL, allora, sì davvero, potremmo assistere ad un cambiamento di paradigma. Penso che in Italia, soprattutto nei territori italiani, occorra lavorare in questa direzione per valorizzare i territori, ricostruirne l’identità, come un valore aggiunto. Ricostruzione della comunità che vuol dire anche ricostruire la fiducia dei cittadini verso le Istituzioni e la fiducia tra i cittadini, quella interpersonale, che consente di vivere come cittadini ma soprattutto di vivere in fratellanza».

Tra i progetti generativi di fraternità presentati durante la serata, quello di Quid, che concilia moda, ambiente e inclusione lavorativa e sociale di persone con fragilità. Ideato da Anna Fiscale, oggi impiega 150 lavoratrici e lavoratori, di cui il 95% sono donne, e il 70% proviene da vissuti di fragilità di vario tipo: donne vittime di tratta, della prostituzione, persone con invalidità, o che hanno avuto storie di dipendenza. «In Quid, – ha raccontato – andiamo a recuperare e a ridare nuova vita ai tessuti, che sono un limite del sistema-moda; e andiamo a ridare valore a persone fragili che sarebbero ai margini della società. Questi due limiti, queste due fragilità, fioriscono nel progetto Quid».

Enzo Gagliardi, scenografo, ha presentato “Crossing”, un progetto che valorizza i traccaiti delle arterie che nell’antichità hanno permesso scambi, commerci, incontri e scontri tra le diverse civiltà del Mediterraneo. Un progetto cui partecipano colleghi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e dell’Università Federico II, la Custodia di Terra Santa, l’ONG New Humanity e l’Associazione Armonia tra i Popoli di Montecatini.

Rebeca Gomez, AD del Polo Lionello Bonfanti, ha poi annunciato che lo stesso sarà tra i luoghi accreditati dal Comitato Organizzatore per ospitare i giovani che parteciperanno al grande evento promosso da Papa Francesco, “The Economy of Francesco”, che si terrà dal 19 al 21 novembre prossimo. «Il Comitato Organizzatore – ha spiegato – sta propendo ai giovani di partecipare da luoghi evocativi nelle varie parti del mondo, così da essere collegati a tutti ed evitare di vivere The Economy of Francesco da casa, soli, e magari sul divano, con il telefonino in mano. Favoriremo anche l’auto-organizzazione territoriale, ma il motto sarà ‘dove due o più’, nessuno da solo».

Loppianolab, il laboratorio per l’Italia di economia, politica, arte e comunicazione, si svolge a Loppiano (Fi), cittadella dei Focolari, dal 2010. È promosso dall’Istituto Universitario Sophia, dal Polo Lionello Bonfanti, dalla stessa cittadella internazionale di Loppiano, in collaborazione con il Gruppo Editoriale Città Nuova.

 

[1] C. Lubich, Maria, Città Nuova, Roma 2017, pp. 45-46

 

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