Mons. Essayan: il Polo, Sophia, l’ossigeno della cittadella

25 Mar 2022 | Vita

Visita del vicario apostolico di Beirut della Chiesa cattolica latina in Libano. Incontro con la rete italiana del progetto “Un ponte per il Libano”, che raccoglie farmaci e latte in polvere. Borse di studio per la formazione di studenti libanesi all’Istituto universitario.

 

Era passato rapidamente da Loppiano nel 1984. Nel frattempo l’allora ventiduenne francescano conventuale libanese è diventato vescovo e vicario apostolico di Beirut della Chiesa cattolica latina in Libano. Giovedì 23 marzo mons. Cesar Essayan è tornato nella cittadella e vi ha trascorso un’intera giornata. Aveva una missione precisa. Primo appuntamento al Polo Bonfanti. Lì infatti è stato ricavato il deposito di farmaci e latte in polvere raccolti dal progetto “Un ponte per il Libano”, poi spediti prima di Natale in Libano nella misura di cinque pancali di medicinali e 30 quintali di latte in polvere.

 

Madonna con Charles

 

«Siamo da alcuni anni in una grave recessione economica – aveva riferito lo scorso anno mons. Essayan –, per cui c’è penuria di carburante e di energia elettrica, ma anche di farmaci essenziali e latte in polvere per neonati». In risposta a una tale situazione, Elisabetta Mei, insegnante toscana, avviò una rete tra cittadini e medici, farmacisti e banchi del farmaco, ormai estesa in quasi tutta Italia. «È fondamentale garantire – precisa Luigi Triggiano, medico di Arezzo e coordinatore nazionale della raccolta – la continuità di cura a persone affette da patologie croniche, dal diabete a varie cardiopatie, a malattie neurologiche e psichiatriche».

 

Madonna con Charles

 

Ma c’è bisogno anche di altro.. Per questo, il vescovo si è molto interessato delle opportunità di formazione offerte dal Polo per studenti, laureati e giovani imprenditori nello spirito dell’Economia di Comunione. «In Libano c’è bisogno di creare reti tra giovani imprenditori e sostenere i loro sforzi, altrimenti c’è il rischio che lascino il Paese», ha commentato mons. Essayan. E con in cuore i giovani è corso al santuario della Theotokos, dove era atteso dai ventenni del Progetto giovani per la preghiera per la pace delle ore 12,00. I ragazzi si sono presentati e poi è stato il suo turno. Parole inusuali: «Mi chiamo Cesare e mi occupo della dignità e dei diritti umani dei libanesi».

 

Madonna con Charles

 

Ancora giovani nel cuore e negli occhi, con la visita a Sophia. Vanessa, una connazionale dottoranda in filosofia politica, lo ha salutato in arabo. Gradita sorpresa. Dopo la presentazione dell’Istituto universitario da parte del rettore, prof. Argiolas, mons. Essayan ha condiviso le sue sofferenze. «Il Libano ha proprio bisogno di unità. Siamo così divisi da non riconoscersi in una precisa identità. La visita del Papa non è bastata. Siamo chiusi e abbiamo paura delle aperture. Corruzione diffusa e neofeudalesimo impediscono di essere liberi. Solo un respiro culturale diverso dal nostro ci può aiutare ad affrontare la nostra situazione». Un protocollo d’intesa è stato firmato tra Sophia e il Vicariato apostolico di Beirut per offrire, tramite borse di studio, occasioni di formazione in economia e gestione aziendale a studenti libanesi.

«Sono veramente contento e rilassato – ha confidato al momento della partenza –. È stata una boccata d’ossigeno, un richiamo alla gioia visitare, ieri, il Centro e, oggi, Loppiano. Grazie a quello che fate. Qui si sente la presenza di Dio e di Maria. Grazie della comunione che mi avete mostrato con il vostro amore». Il 1 aprile partirà per Beirut una spedizione da 2,5 tonnellate, con 12 pancali di farmaci essenziali e materiale per le medicazioni.

 

Madonna con Charles
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