«Maria Madre di Dio e Regina della Pace, invita tutti noi a una conversione profonda»

1 Gen 2023 | Notizie, Theotokos

Nel giorno dedicato alla Madre di Dio, in cui si celebra anche la Giornata Mondiale della Pace, ripubblichiamo l’interessante e approfondita intervista del giornalista Luciano Regolo a Piero Coda, realizzata per il settimanale “Maria con te”, dove si indaga il legame della Madre di Dio con Loppiano, il Movimento dei Focolari e il valore della pace e della fratellanza.

 

La festa della Beata Vergine Madre di Dio, il 1° gennaio, a Loppiano, dove la chiesa voluta dalla fondatrice dell’Opera di Maria (o Movimento dei Focolari) è dedicata alla Madonna proprio con questo titolo, assume un significato particolare, denso di riflessioni spirituali. Ne parliamo con don Piero Coda, professore ordinario di ontologia trinitaria presso l’Istituto Universitario Sophia della stessa cittadella, di cui è stato preside dal 2008 al 2020, consultore del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, membro della Commissione Mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa e, dal 29 settembre 2021, segretario generale della Commissione teologica internazionale. Perché Chiara Lubich pensò di dedicare la chiesa di Loppiano proprio alla Theotókos, la Madre di Dio?

«Perché il titolo della Madre di Dio, nella percezione di Chiara era, come di fatto è nella fede cattolica, il titolo fondamentale mariano. La maternità divina della Vergine rappresenta, per così dire, il significato di Maria dentro la nostra fede, secondo quanto proclamò il Concilio di Efeso nel 431. È proprio partendo da questo dogma Chiara privilegiò il titolo originario in greco, Theotókos. Il Movimento dei Focolari, poi, come è noto, ha avuto dalla Chiesa il riconoscimento come Opera di Maria e Chiara sottolineava che “Opera di Maria”, non significa semplicemente una dedicazione, una devozione alla Madonna, ma l’offrire la propria vita, la propria esistenza, il proprio agire a Maria, perché tramite quest’opera si renda presente sull’intera azione al servizio della missione della Chiesa, della testimonianza a Cristo oggi». 

Il dipinto della Theotókos custodito a Loppiano è opera di un artista induista: è un segno anche del fatto che Maria è madre di tutta l’umanità senza confini? E non è anche un richiamo al legame che c’è tra il titolo di Madre di Dio e quello di Regina della Pace?

«Questa immagine, che viene da un artista induista, colpì molto Chiara quando la ricevette in dono e anche se non fu dipinta per la chiesa di Loppiano, lei decise spontaneamente di donarla a sua volta alla Theotókos. Certamente c’è questa percezione che Maria in Gesù è madre di tutta l’umanità. Come stabilisce il Concilio Vaticano II, Lei incarnando il Verbo di Dio, il Figlio di Dio, si è unita in certo modo a ogni uomo e quindi la maternità di Maria si estende all’intero genere umano. Cosa che poi, in qualche modo, il Vangelo di Giovanni (19,25-34) esprime nella scena della Croce, quando Gesù dice a Maria: “Donna, ecco tuo figlio”, indicando il discepolo Giovanni e a lui: “Ecco tua madre”. Con queste parole è tutta l’umanità che viene affidata a Maria come madre. Proprio qui è la connessione col titolo di Regina della Pace. La Madonna, essendo madre dell’umanità è madre della fraternità universale. Perché se tutti gli uomini sono figli di Dio, Lei che è Madre di Dio è anche madre dell’umanità intera. Tutti figli di Maria in quanto fratelli, tra noi in Cristo, che è il “primogenito tra molti fratelli,” come diceva San Paolo».

Il 1° gennaio, festa della Madre di Dio è anche la Giornata mondiale della pace e questo rende ancora ancora più coinvolgente il significato di questo collegamento…
«Sì, assolutamente. In Chiara era molto presente la percezione del significato profondo di Maria come madre universale al di là delle differenze di culture. Una verità che risalta particolarmente nel messaggio spirituale della Madonna di Guadalupe. Ero presente quando lei visitò la Morenita al santuario di Città del Messico. Fu accolta con calore e tenne un significativo discorso sottolineando proprio questo aspetto: Maria come madre e anche come modello di inculturazione, dell’incontro tra le culture o, come direbbe papa Francesco oggi, della cultura dell’incontro».

Per questo Maria è Regina della Pace?
«Sì, Maria è Regina della Pace in quanto ci insegna a vivere l’incontro con gli altri come fratelli e sorelle, ci incoraggia all’armonia tra le culture, è una Regina Universale, che ci spinge, citando ancora il Santo Padre, a “camminare insieme”. È la compagna di viaggio privilegiata nel cammino sinodale che coinvolge tutti i popoli e tutte le Chiese».

 

Come possiamo vivere spiritualmente in modo pieno la festa liturgica della Madre di Dio in uno scorcio epocale così fosco, solcato dalla guerra in Ucraina e da altre gravi crisi?

«Penso proprio posando intensamente lo sguardo su Maria Madre di Dio, Regina della Pace, che ci invita tutti a una conversione profonda e chiedendogliela come dono di grazia dal Padre. Durante il periodo dell’Avvento siamo stati illuminati dalla parola di Isaia: ecco, ciò che cade dal cielo deve germogliare dalla terra. La giustizia, la pace, la fraternità germoglieranno sulla terra se si accoglie il dono di Dio e se rendiamo i nostri cuori, le nostre menti, grembo che accoglie l’amore di Dio. Come Maria, che non è soltanto il modello di questa accoglienza, di questo “Fiat”, di questo portare frutti, o di quella pace che scende dall’alto, ma è Colei che ci rende capaci di viverlo, ci impegna a viverlo. Ci accompagna alla vera accoglienza e nel farci terra feconda che germoglia la pace e la fraternità. Tutti dobbiamo avere questa grande speranza».

Tornano alla memoria le parole del beato Alberione, fondatore della Famiglia Paolina: “Portare in noi Gesù e offrirlo al mondo come Maria”…
«Sì, anche Chiara rimase conquistata dagli scritti di Alberione, me ne parlò con stupore e ammirazione, sentendoli vicini alla sua intuizione: come Maria ha partorito Gesù nella carne, così misticamente, nella fede, tutti noi insieme in comunione, dobbiamo partorire Cristo e donarlo al mondo».

Di Luciano Regolo, pubblicato sul settimanale “Maria con te” del 1 gennaio 2023.

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