di Paolo Lòriga
Iniziato nel 2014, il cammino di Dialop ha fatto nuovamente tappa a Loppiano il 17-18 ottobre, per iniziativa dell’Istituto universitario Sophia. Confronto tra il rettore O’Byrne e il presidente della Sinistra Europea, Baier, che hanno avviato la riflessione di gruppi nazionali in vari Paesi europei e in Argentina.
Il tono è mite, il viso è sereno, ma le domande sono pugni nello stomaco. «La pace passa dalla giustizia sociale: come e quando avremo un pianeta Terra che sia casa di tutti? Si parla sempre più di prepararci al conflitto, ad un riarmo generalizzato: quale trasformazione economica serve per favorire il bene comune? A noi giovani si chiede di sperare nel futuro, ma nemmeno il presente ci è assicurato: quali garanzie potete darci oggi affinché il nostro domani sia migliore del nostro presente?». Candela Copparoni, ha da poco partecipato agli Incontri Mediterranei a bordo di un’imbarcazione che naviga nel Mediterraneo unendo i giovani per creare la pace attraverso il dialogo. Giornalista italo-argentina, frequenta il Master in Cultura dell’Unità a Sophia. A lei è stato affidato il compito di aprire i lavori della conferenza “Fonti di speranza in tempi difficili”, organizzata il 17 e 18 ottobre a Loppiano dall’Istituto universitario Sophia in collaborazione con Dialop, un cammino di dialogo tra cristiani e marxisti/socialisti a livello europeo.
Alle provocazioni della giovane hanno cercato di rispondere in prima istanza il rettore di Sophia, Declan O’Byrne, e il presidente della Sinistra Europea, Walter Baier, approfondendo il tema della speranza dai due punti di vista, cristiano e marxista. Il rettore premette una convinzione, che è diventata metodologia: «Cristiani e marxisti, credenti e umanisti laici possono lavorare insieme su sfide condivise senza chiedere di uniformare le proprie credenze o la rinuncia alle loro convinzioni più profonde». Poi O’Byrne entra in argomento: «La vita contemporanea è caratterizzata dall’“erosione del futuro”. C’è una crisi della speranza stessa. Da un lato, esiste “un ottimismo senza convinzione”, dall’altro “una rassegnazione mascherata da realismo”», mentre «nella teologia cristiana, la speranza esprime una fiducia fondamentale nelle promesse di Dio». Precisa: «La fede nella resurrezione di Cristo si traduce nella convinzione che la morte e l’ingiustizia non avranno l’ultima parola. Questa speranza non è una fuga dal mondo, ma chiama i cristiani a trasformare le condizioni materiali e a perseguire la giustizia nel presente». Quale speranza per la pace? «Di fronte alla guerra in Ucraina, la risposta è stata l’aumento massiccio della spesa militare in tutta la NATO. Di fronte alla devastazione di Gaza, spedizioni di armi».
Annuisce Walter Baier, prima di prendere la parola. «La condizione preliminare di ogni futuro – marxista o meno – è la pace: la fine della corsa agli armamenti e la salvaguardia del nostro pianeta dal collasso ecologico». Poi richiama l’attenzione sull’impegno ad «ascoltare i disagiati, gli oppressi, gli esclusi. È questo che unisce le speranze di marxisti e cristiani», e cita papa Francesco e papa Leone. Il presidente della Sinistra Europea commenta: «Sebbene rivali ideologici, marxisti e cristiani possono riconoscere un terreno comune nell’ambito della spiritualità e dell’impegno morale. Se vogliamo davvero abolire – non solo alleviare – la povertà e la privazione, dobbiamo rimuoverne le cause fondamentali». In fatto di pace, Baier ricorda che «la spesa mondiale per la difesa è salita a 2,5 miliardi di dollari, mentre la lotta globale contro la fame si è arrestata. Dobbiamo fermare questa discesa nell’abisso, non attraverso vittorie militari o superiorità bellica, ma tramite il dialogo e la diplomazia».
Collegati in videoconferenza, i gruppi presenti ad Atene, Berlino, Bonn, Buenos Aires, Lisbona e Vienna hanno proseguito la riflessione anche il giorno successivo, declinandola secondo le diverse esigenze nazionali e arricchita dalla presenza di cristiani di varie denominazioni. Il gruppo italiano, giunto a Loppiano, ha approfondito i temi del multilateralismo e del multipolarismo, delle migrazioni e dei diritti dei popoli, della crisi della democrazia occidentale. Ne è risultato un dialogo tra le posizioni dei cristiani e quelle dei marxisti in un ascolto attento e rispettoso delle diversità. Altrettanto è avvenuto negli altri gruppi, nei cui resoconti sono emersi proposte e indirizzi: dal sostegno allo sviluppo di una politica europea all’opposizione al riarmo, dalla speranza legata alla qualità dei rapporti sociali ad una campagna di obiezione di coscienza sia di portare armi, sia di combattere.
Al termine dei due giorni, Luisa Sello, coordinatrice di Dialop, ha sottolineato che «l’appuntamento costituisce un passo storico compiuto nel percorso iniziato nel 2014. La novità dei gruppi locali arricchisce l’esperienza di Dialop e la piattaforma incoraggia il dialogo tra punti di vista diversi su azioni comuni». Inoltre, «un gruppo di esperti collegati a Dialop, all’interno del suo comitato scientifico, sta lavorando alla pubblicazione di studi bilaterali (dalla visione cristiana e da quella marxista) diretti ad un vasto pubblico, che favoriscano il dialogo sui grandi temi di attualità: diritti umani, pace positiva, violenza/non-violenza, e quanti altri ancora ne sorgeranno». A Loppiano è stato presentato il primo quaderno tematico “Una nuova Helsinki” di Walter Baier e Maurizio Certini, per presentare la necessità di rivitalizzare lo spirito della Conferenza di Helsinki nel 1975, che pose fine alla guerra fredda. Commenta Sello: «Senza dubbio alcune scintille di speranza».
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