Nelle Filippine: un’avventura di viaggio e volontariato

31 Ott 2025 | Giovani, Notizie, Storie

di Tamara Pastorelli

Hanno trascorso rispettivamente 6 e 4 mesi nelle Filippine. Penelope ed Emma raccontano l’esperienza grazie alla quale hanno scoperto la sapienza e la bellezza della cultura e del popolo filippino.

Emma ha 21 anni, vive a Figline ed è al secondo anno di Scienze dell’Educazione all’università di Firenze. Penelope ha un anno di meno, è cresciuta ad Incisa, ha origini uruguaiane e, dopo il diploma, si è presa una pausa per capire cosa fare dopo. Hanno in comune la frequentazione di Loppiano fin da piccole e una formazione “gen”, cioè con i giovani del Movimento dei Focolari. Però, non si definivano amiche, almeno finché le loro strade non si sono incrociate ad oltre 10.000 km di distanza, in pieno Sud-est asiatico.

«Volevo fare un’esperienza all’estero, per migliorare il mio inglese o lo spagnolo, ma avevo anche il desiderio di vedere com’è il mondo fuori dalla realtà che vivo ogni giorno», racconta Penelope. Nei suoi occhi splende ancora tutto l’entusiasmo per l’esperienza vissuta. Qualcuno, raccogliendo la sua esigenza, le parla di Bukas Palad, un’organizzazione non governativa senza scopo di lucro che, nelle Filippine, sostiene bambini, anziani e poveri nelle aree urbane dell’Arcipelago, dando loro mezzi di sussistenza e istruzione. All’Asia, Penelope, proprio non ci aveva pensato. «Mi faceva paura, pensavo che non ci avrei mai messo piede. Ho provato a buttarmi e sono andata là con l’idea di voler aiutare il prossimo». Parte a novembre del 2024. Comincia a collaborare con le sedi di Manila e di Tagaytay, la cittadella del Movimento dei Focolari a 60 km dalla capitale. «All’inizio ho lavorato alla mensa di una scuola, segnavo le presenze, servivo i bambini del doposcuola – ricorda –. Poi, ho chiesto di fare più attività. Così, ho lavorato in ufficio, in cucina. Sono anche stata inserita nello staff della scuola per le lezioni e come accompagnatrice nelle gite didattiche». Penelope è conquistata dal popolo filippino: «Lì, tutti danno sempre il 100% di loro, nonostante le situazioni, i problemi. Si comportano come vorrei sempre comportarmi: io do il massimo di me perché tu, a tua volta, possa dare il massimo di te stesso a qualcun altro. La religione per loro è anche un grande punto di forza, confidano davvero tanto in ciò che può dargli Dio».

Il viaggio di Emma, invece, comincia il 31 gennaio 2025. «Ho scoperto che io e Penelope andavamo nello stesso luogo solo una settimana prima della sua partenza. Per me è stata proprio una bella sorpresa!». Anche i suoi occhi luccicano mentre ripensa a quei giorni. «Dopo l’esperienza vissuta al Genfest in Brasile, nel 2024, mi sono resa conto di quanto il mondo fosse grande, di quante lingue diverse vi si parlino e del fatto che io conosco soltanto l’italiano: un limite all’incontro con gli altri. Così, volevo migliorare il mio inglese ma anche fare qualcosa di concreto, aiutare veramente, senza pensare a me e ai miei studi».

La prima tappa del viaggio di Emma è in una scuola privata, la Community of learners, dove collabora con le maestre. La mattina fa lezione, il pomeriggio è libera. «In quei primi due mesi, stavo chiusa nella mia stanza perché avevo paura di uscire. Pian piano mi sono messa alla prova e sono riuscita a capire che potevo cavarmela da sola. Nel fine settimana, poi, ci trovavamo con Penelope. Le sue amicizie con la gente del posto sono diventate anche le mie».

L’avventura di Emma prosegue in una struttura di Bukas Palad sull’isola di Cebu, nel centro delle Filippine. Ma prima arriva la Pasqua. Le due amiche la trascorrono a Tagaytay, con la locale comunità dei Focolari. Partecipano alla Easter Gen School (Scuola Gen di Pasqua): tre giorni di congresso per i giovani che aderiscono al Movimento dei Focolari in Asia. «È stato bellissimo – rivelano –. Lì, abbiamo potuto conoscere tanti coetanei da ogni parte delle Filippine.  È grazie a loro che siamo uscite da quella nuova “zona di confort” che c’eravamo costruite negli ultimi mesi». Alcuni giovani propongono di proseguire il loro viaggio partecipando alla Mariapoli che, una decina di giorni dopo, si sarebbe tenuta a Davao, nel sud del Paese. Nelle Filippine è tempo di vacanze e non c’è motivo di rifiutare. «Così, abbiamo vissuto un’esperienza fortissima: ogni giorno succedeva qualcosa di nuovo. Tante persone, anche quelle che non conoscevamo, si sono messe a disposizione per farci vivere delle belle giornate, trascorrendo il tempo con noi, portandoci a visitare luoghi nuovi», rievoca Penelope.

Emma viene accolta per qualche giorno dalla comunità dei Focolari di Dumaguete, nel sud del Paese: «Una comunità molto forte, unita». Poi, da una volontaria, sull’isola di Bohol, «un luogo bellissimo». Confida: «Prima di partire non mi sarei mai aspettata di poter visitare tutti questi posti, di ricevere tutta questa Provvidenza!». E poi, ci sono quei doni fatti per l’anima, che ti si stampano per sempre sul cuore: «Questo viaggio a me ha lasciato tanta voglia di vivere, tutta la speranza del popolo filippino. Quell’aria leggera che si respira stando con loro. L’impressione è che sono proprio vivi di spirito, vivi dentro». Penelope condivide il pensiero di Emma e aggiunge: «Un giorno un sacerdote durante la messa ha detto una frase che mi ha aperto un mondo: “Dai ciò che non hai perché ti sia ricambiato”. Questo motto è diventato il riferimento della mia esperienza, che ho cercato di vivere ogni giorno. È stata la scintilla che mi ha fatto ritrovare la strada».

 

Share This