Antonia Benaglio

25.12.1930 – 21.02.2017 – Focolarina
“Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e il resto vi sarà dato in sovrappiù” (Mt 6,33)

La vita di Antonia Benaglio, focolarina dal 2011 alla Casa Agape a Loppiano, ci lascia un’eredità di costante e grande amore per Dio frutto della sua totale, continua e silenziosa donazione ai prossimi che lei descriveva come “ostia che contiene Dio”.

Nasce nel 1930 a Lovere, in provincia di Bergamo, in una famiglia cristiana da genitori innamorati e uniti che sapevano trasmettere pace e serenità ai figli. Ma lei stessa racconta:

“quando avevo 14 anni mia madre, ancora giovane muore improvvisamente e io devo lasciare gli studi e gli svaghi per occuparmi della famiglia e della casa. Eravamo nel ’45, c’era la guerra, ogni genere di cose, anche necessarie, mancava. Noi potevamo contare solo sulla paga di papà, operaio, quindi minima a quell’epoca. Per far quadrare le spese era ogni giorno un’avventura, tanto lavoro, tanta fatica. Allora anche la mia salute venne meno: una forma di tubercolosi che durò qualche anno. Ma tutto questo mi ha forgiata e precocemente maturata”. 

Antonia aveva 21 anni quando ha conosciuto l’Ideale, restando particolarmente colpita dalla scoperta di Chiara: Dio è Amore.

Quella notte non dormii – scrive – e quando alle 5 suonarono le campane dell’Ave Maria mi alzai silenziosamente e alle 5,30 mentre iniziava la prima Messa ero già in un confessionale, al quale non mi accostavo da qualche anno. E da quella mattina, era il 29 giugno ’52, superando a volte difficoltà al di là delle mie forze fisiche non ho mai trascorso un giorno senza ricevere Gesù Eucaristia”.

Nella sua prima Mariapoli scopre che lo scopo dell’Opera che stava nascendo dal sì a Dio di Chiara era contribuire a realizzare il testamento di Gesù “Che tutti siano uno”. “Capii – prosegue – che anch’io ero nata per quella pagina di Vangelo e che, avendo una sola vita, non potevo che spenderla per l’unità. E … mai mi sono voltata indietro”. 

Antonia è entrata in focolare il 4 ottobre del ‘59 a Milano, scriveva così a Chiara:

“Sono in focolare da tredici giorni. Ringrazio Dio con tutta l’anima anche del dono della vocazione della quale mai, come in questi giorni, ho sentito la grandezza e vorrei che tu lo ringraziassi con me”.

Anni dopo:

“(…) in quel patto che rinnovo ogni giorno rimetto nelle tue mani la mia riconsacrazione a Gesù Abbandonato per “Ut omnes”.

Aveva sempre presente la sua totale donazione a Dio e nel ‘68 Chiara sceglie per lei come Parola di Vita: “Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e il resto vi sarà dato in sovrappiù” (Mt 6,33).

Nei 20 anni in cui Antonia è in focolare a Milano molte sono le vocazioni all’Opera e al focolare che lei segue personalmente. Una di loro scrive:

“Arrivando alla Mariapoli di Varese nel ‘66 trovai sul letto un biglietto di Antonia con il mio nome e una frase di Chiara: Passa nel mondo cantando all’Amore”. Dalla fine del ‘79 al ’92 è co-responsabile della zona di Torino. Una gen di quegli anni ricorda: “Il suo amore limpido, profondo, discreto e insieme deciso ha segnato la mia vita”.

E nel 1981 confida a Chiara:

“…Ogni giorno di più il cuore è preso da Gesù Abbandonato, l’anima è sazia solo di Lui e può dire con più verità: Ho un solo sposo sulla terra, non ho altro Dio. A me, a noi basta ormai mettere i piedi nelle tue orme per arrivare alla santità”.

Anche i momenti di prova li ha vissuti sempre nella più grande carità verso tutti.

Nel ‘92 Antonia si trasferisce alla Mariapoli Romana, lavora per un periodo nella segreteria di Chiara e poi al Centro dell’Opera prende da Giosi Guella le consegne dell’aspetto dell’Economia e del Lavoro. E svolge questo compito fino al 2008. Scrive a Chiara nel ’97:

“… è come se la mia anima si fosse allargata, illuminata e riempita della luce e della grazia di ogni collegamento, di ogni incontro con te, di ogni lezione della Scuola Abba. (…) Anche ogni avvenimento importante dell’Opera, che ha nutrito col carisma tanta parte di Chiesa, di mondo e di umanità, tutto riempie l’anima ed è sorgente e spinta di costante nuova vita”. 

Gli ultimi sei anni Antonia li ha trascorsi nel focolare “Casa Agape” di Loppiano. La malattia che già da tempo l’aveva colpita le ha portato via la memoria e altre abilità intellettuali interferendo nella sua vita quotidiana, però mai ha portato via la sua capacità di amare. Si può testimoniare che l’abbiamo vista “sempre” in donazione e nel servizio, instancabile nel suo desiderio di essere d’aiuto. Sempre le è rimasto il suo atteggiamento di accoglienza, accompagnato dal suo caratteristico sorriso. Creava famiglia, con la sua bella voce intonava i canti dei primi tempi o quelli del Gen Verde e Gen Rosso e, quando non ha potuto più farlo, abbiamo cantato noi attorno al suo letto. Questo le dava una grande pace. L’ultimo giorno si è celebrata la Messa nella sua stanza con tutto il focolare. Antonia ha ricevuto Gesù Eucarestia e dopo alcune ore è passata con leggerezza dalla terra al Cielo.