Antonio (Toni) Daga – Istina

13.06.1958 – 18.12.1983 – Focolarino
“La verità vi farà liberi” (Gv 8,32)

Rocca di Papa, 19 dicembre 1983

Carissimi focolarini e abitanti di Loppiano,
voglio essere con voi mentre assieme alla sua mamma e al suo papà accompagnate il nostro Toni al cimitero di Loppiano ad aggiungere ricchezze alle ricchezze di coloro che ci hanno preceduto nellincontro.

Penso avvertiate anche tutti voi, come avverto io in questi giorni, una profonda comunione con i due focolarini, Pina e Toni (luna della prima ora, laltro dellultima ora), che Dio ha voluto scegliere comerateperpagarela realizzazione dello scopo specifico del Movimento, l’ “ut omnes unum sintcon la conversione dei lontani. Che cosa resta in mente di questi nostri due fratelli in questo momento? Soprattutto i due messaggi che hanno voluto lasciarci, suggeriti loro dallo Spirito Santo:Eil Regno di Dio che avanzaespresso da Pina quando vedeva il male diffondersi ed era conscia della grande verità che solo il dolore è fecondo,Non amare Gesù abbandonato è un delittoscritto da Toni al suo capofocolare quando comprese il dovere imprescindibile di ogni focolarino di ammantare ogni momento della sua vita della gioia piena attraverso lamore a Gesù abbandonato nei dolori e nella rinuncia a se stessi.

Carissimi, questi i due tesori immensi che essi ci donano; questo ciò che chiudiamo nel nostro cuore come loro testamento promettendo a Dio, con loro testimoni, di esserne la viva realizzazione.

Ci stiamo tutti vero? Ci stiamo a vivere in noi ciò che lo Spirito Santo ha detto a Pina e a Toni? Sono certa del vostro si.

E mentre abbraccio la mamma di Toni e stringo fortemente le mani al suo caro papà, in segno di partecipazione al suo grande dolore, e al santo orgoglio che non può  mancare, auguro a tutti che Natale abbia questo significato: il Regno di Dio che avanza per lamore a Gesù Abbandonato, che, viste le grazie enormi ricevute se non amiamo sarebbe un delitto.

Assicurandovi la mia presenza spirituale in questo giorno di morte-resurrezione e di nuovo avvento del Regno.

Vostra Chiara

Ci sembra questo il profilo autentico di Toni. Oggi lo vediamo compiuto, incastonato come pietra viva nell’Opera, ma ha incominciato a delinearsi quando aveva conosciuto il nostro Ideale ed era diventato un gen 3. Allora aveva appena otto anni. Poi nel ‘76 un’affermazione decisa:

”Voglio andare dietro a Gesù“

Toni aveva deciso di consacrarsi a Dio nel focolare. Visse la lunga preparazione con grande fedeltà. Più tardi, immaginando un dialogo con Gesù scrive:

“Seguimi su quella croce, serrami e rimaniamo assieme“.

“Sì, ti amo troppo per scappare, anche se sono pauroso ed egoista e Tu sai tutto, sono qui, sì coglimi”.

Il suo nome nuovo nell’Ideale era Istina che in lingua russa vuol dire ‘Verità’, come Parola di vita Toni aveva: “La verità vi farà liberi”. E questa libertà Toni l’ha conquistata nell’amore puntuale e sensibile a Gesù che vedeva in chiunque gli passava accanto.

Già a Genova, quando era un gen 2, aveva allacciato una gran quantità di rapporti. Sapeva ‘farsi uno’ sorreggendo casi umani difficili, spesso lontani da Dio, trovando imprevedibili soluzioni d’amore a situazioni esasperate … convinse , ad esempio, persone varie a dimenticare il desiderio di suicidio.

La sua scelta era totalitaria, definitiva; talvolta si firmava: ‘Toni del fino alla fine’

Arrivò a Loppiano nel settembre dell’82. Nella vita di focolare impegnò tutto se stesso. I suoi compagni di focolare lo ricordano sempre disponibile: anche davanti alle richieste più difficili immancabilmente rispondeva. Cercava l’unità e se non c’era non si dava pace.

Colpiva il suo sorriso che ha accolto tanti alla recezione di Campogiallo, dove Toni lavorava.

“Il lavoro anche nella fatica non è un lavoro, ma concretizzare con ogni ospite ciò che è la tua vita: Gesù Abbandonato. E’ come stare in ginocchio davanti alle persone”.

Gesù Abbandonato.  Negli scritti di Toni non manca mai. Sembra proprio che egli abbia voluto prendere alla lettera una frase scrittagli da Chiara nell’81:

“Che nessuno ci superi nell’amarlo Abbandonato”.

Questo amore  e il desiderio di sfruttare ogni cosa per corrergli dietro nella via della santità, Toni lo esprime in un breve appunto, l’11 novembre dell’83, in ‘colloquio con Araceli’, focolarina, che riposa nel piccolo cimitero di Loppiano.

“Mi ritrovo fra i mille miei fallimenti, o Araceli, altare anch’io che vuol bruciare tutto ciò che è male, dubbio, vuoto, peccato, fallimento, ipocrisia, falsità, errore, in Gesù Abbandonato, come facesti tu. Fammi diventare santo per Maria nostra mamma: penso spesso al Paradiso, a quando mi troverò davanti a quegli occhi d’immenso Amore; preparami tu velocemente, perché sarà presto. Bruciamo le tappe!”

E per Toni l’Incontro doveva arrivare improvvisamente nel dicembre dello stesso anno per una emorragia cerebrale, a soli 25 anni. L’11 dicembre un breve messaggio ad un focolarino, racchiude la sua ultima e decisiva impennata:

“Oggi direi che come motivo conduttore avevo ed ho tuttora ‘sarebbe un delitto non amare Gesù Abbandonato’ e comprendo nel cuore, sempre più, che al limite, non conta nulla e nessuna cosa che faccio: voglio vivere, essere, amare Gesù Abbandonato, con quell’abito che Chiara vuole da noi”.