Antonio (Toni) Preschern

08.06.1920 – 09.07.2004 – Focolarino
“Chi ascolta la mia parola e la mette in pratica è come un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia” (Mi 7,24)

“Tutto è opera di Dio, del Suo Amore”.

Così Toni comincia un suo scritto e continua:

“Dando uno sguardo indietro, posso essere colpito da mille vicende più o meno importanti, che ora vedo tutte legate da un ‘filo’ mosso da Dio con una sola finalità: l’amore Suo verso di me. Da ciò sgorga riconoscenza, confidenza, intimità con Lui…”.

Era nato a Rovereto, nel Trentino, da una famiglia molto bella e unita. Da ragazzo, i giochi e le avventure nei boschi si alternano all’impegno di aiutare in casa, soprattutto la mamma. E con le attività sportive della parrocchia, il calcio e le scalate in montagna, era spontaneo per Toni seguire anche il catechismo.

A 17 anni parte per Roma, per frequentare un Istituto di educazione fisica. Dopo l’esame di abilitazione fa il servizio militare, fino al settembre del ’43, quando, pur fra i pericoli della seconda guerra mondiale, riesce a far ritorno a casa.

Toni era impegnato anche come scout e proprio di quel periodo è il suo incontro con l’Ideale. Già dopo il primo contatto scopre che aveva bisogno di un supplemento d’anima: incontrare Gesù.

All’inizio del ’49 è invitato ad un raduno a Trento, dove Vale (Valeria Ronchetti), una delle prime focolarine, racconta tante esperienze di Vangelo vissuto. L’atmosfera era così ricca di gioia e di fraternità da fargli “credere che Dio è Padre” come egli racconta. “Ciò che mi aveva colpito è stata la sintesi nuova del Vangelo. Ne fui affascinato! Anch’io potevo cominciare questa vita nuova…”. Dal mattino seguente si alzerà presto per aiutare la mamma ad alzare la saracinesca del negozio e si eserciterà al violoncello in palestra per non disturbare più in casa. In questa continua donazione, trova un nuovo rapporto con Dio: “Avevo l’impressione di portarlo sempre con me, lo donavo agli altri, e sperimentavo una vera libertà…”. Nell’autunno del ’49, con altri giovani di Rovereto si ritrova nella sala Massaia a Trento, dove conosce Chiara. Ed il Natale di quell’anno è l’occasione di un incontro personale con lei, che ad una sua domanda risponde: “Vivi l’Ideale, cerca il Regno di Dio e tutto si farà chiaro…”. Così, nel marzo seguente Toni entra in focolare a Trento, zaino in spalla e violoncello sotto il braccio.

Alcuni mesi dopo è a Torino, con Vittorio Sabbione, nel primo focolare: una mansarda senza riscaldamento, ma al mattino aprivano la porta perché un po’ del calore delle scale ne stemperasse il freddo…

Dopo Firenze e la Sicilia (a Siracusa) lo ritroviamo nel ’58 in Belgio, come autista e collaboratore di P. Werenfried, che accompagna in moltissimi viaggi in vari Paesi d’Europa.

Nel ’64 riparte per Ottmaring, in Germania ed alcuni anni dopo è la volta di Istanbul, dove Toni apre il primo focolare della Turchia. Verrà ordinato sacerdote nel ’66, così i focolarini e la comunità cattolica non devono più affrontare ore di viaggio per raggiungere la chiesa più vicina. Quelli che sono stati con lui ricordano:

“Ciò che più lo distingueva era il suo amore paterno e pieno di saggezza, con cui conquistava i cuori, dal bambino più piccolo al Patriarca.”

“Toni baba” lo chiamavano affettuosamente i poveri, cui faceva arrivare cibo, vestiti, legna e carbone per riscaldarsi, oltre a pagare affitti e fatture. Ma la provvidenza gli arrivava sempre puntualmente! E le focolarine di Istanbul:

“Toni è stato un dono prezioso per l’Opera qui. Come focolarino dei primi tempi ha testimoniato l’Ideale genuino ed era un padre e un fratello per tutti. In lui traspariva un amore fatto di semplicità e di concretezza…”

A 81 anni, nel 2001, Toni arriva alla Cittadella di Loppiano, nel focolare di Paolo Rocher, che così lo ricorda:

“Non si lamentava mai per gli acciacchi o per i vuoti di memoria che a volte lo prendevano; ascoltava con profondità e sapeva apprezzare quanto gli veniva detto. E puntualmente, ogni mattina alle 7.30, celebrava la Messa per noi.”

La sua testimonianza è stata di aiuto e di sprone per tanti focolarini. Gli scrive uno di loro:

“Mi sono rimaste impresse due cose: come è bella un’anima che ama, che ha amato Dio e non ha più che questo, l’unione profonda con Lui. Poi quanto ci hai detto dei primi tempi e di Chiara…”

In questi ultimi mesi Toni ha continuato ad amare con tutte le forze che gli rimanevano…

Il 30 giugno, ricoverato d’urgenza per un intervento, vuole offrire tutto per l’incontro del giorno seguente di Chiara col Patriarca ecumenico Bartolomeo I. Chiara subito gli scrive:

“…Voglio ringraziarti perché l’incontro è andato benissimo e la tua offerta è stata preziosa. Ti sono vicina, Toni, con la preghiera e tutta l’unità”.

Poco prima di perdere la conoscenza Toni saluta Paolo con un bellissimo sorriso.

Il 9 luglio, attorniato dai focolarini che gli assicuravano la presenza di Gesù, nella pienezza della pace ci lascia per volare al Suo incontro.