Araceli Nuñez

28.07.1946 – 01.06.1970 – Focolarina
“Sorgi, affrettati, amica mia, bella mia e vieni.” (Cant. 2,10)

Araceli ha terminato la sua breve ma intensissima corsa a soli 24 anni a causa di un incidente sull’autostrada Milano-Torino, mentre con altre compagne di focolare si recava a Rocca di Papa per un convegno.

Chiara l’ha ricordata con queste parole:

“Tengo la foto di Araceli sul mio tavolo: mi spinge l’intimo desiderio di vedere uno specchio vivo di qualcuno che ha saputo incarnare quello che dovrebbe e deve essere il mio Ideale.
Eccola qui che sorride, giovane e bella di quella bellezza vera che nulla sa di mondo, e tutto dice trasparenza, innocenza e decisione. Dolcemente fine, la grazia però emana più particolarmente dagli occhi.”

In lei tutto parlava di vita: la giovane età, l’affetto per le coetanee e le più giovani, di cui a Madrid, senza saperlo, era diventata un leader. Disse un giovane, quando Araceli non era più tra noi, che lei aveva lasciato un’unica impronta, una sola eredità: Dio.

Aveva organizzato tra il resto un complesso musicale tra ragazze capace di strappare in pubblici teatri gli applausi di migliaia di persone perché gridò, letteralmente, il Vangelo, tanto che alcuni giovani venuti più per disturbare che per assistere, man mano che passava il tempo si raddrizzavano sulla sedia, ritrovando, attraverso quelle parole senza sottintesi, la propria dignità. Il complesso era intitolato R.D.A.:= rivoluzione d’amore.Chi, pur senza avervi partecipato, ascolta pezzi di registrazione d’un suo spettacolo, avverte qualcosa passare per le vene: il brivido provocato dall’urto e dal trionfo della verità su un pubblico poco sveglio allo Spirito.

Araceli amava saltare. Spagnola nel cuore e nell’intelligenza lucida e calda, sapeva sottrarsi, quando circostanze di doverosa carità verso altri lo richiedevano, anche a quelle profonde e così rare meditazioni in cui il colloquio con Dio è pieno, per travestirsi da toreador e improvvisare, con un’amica camuffata da toro, tutte le mosse di una corrida.

Contraddiceva con la sua vita la convinzione che le giovani oggi non possono vivere senza il ragazzo, senza strane esperienze, senza quella ricerca della felicità che passa per la droga. Eppure era una di loro e la felicità, la più piena, la più alta, lei l’aveva già trovata qui sulla terra.

A 19 anni, avvertita la chiamata di Dio, lasciati genitori ,casa, patria, si era unita con altre per vivere integralmente il Vangelo, donandosi totalmente a Cristo. Ne era fiera, orgogliosa. Ma anche timorosa che qualcuno, che aveva fatto come lei la stessa scelta, non ne comprendesse tutto l’insondabile valore. Scriveva infatti ad una sua compagna:

“Che mai perdiamo il senso di aver trovato la più bella vocazione del mondo, di essere state scelte per il “più bello tra i figli degli uomini”, di essere fra le persone più ricche del mondo …”Sento che non ho nulla da invidiare a nessuno perché ho trovato un Ideale… potente, divino, contestatario, rivoluzionario”.  

La sua partenza dalla terra fu fulminea. E subito alcuni, trascinati da lei, ideale vivente, hanno dichiarato di voler prendere il suo posto. Fra queste delle giovani, e primo suo padre. Una persona che la conosceva afferma che Araceli in questo ultimo anno era trasformata: aveva imbevuto la sua umanità di divino e il divino era diventato quasi naturale in lei, sicché era per tutti veramente sorella, madre, amica.

La corsa, preceduta da ripetuti allenamenti, la iniziò quando comprese con nuova profondità una verità: che Dio andava amato con tutto il cuore nell’attimo presente della vita. Patteggiò con altre amiche di vivere così. L’importante è che vi è rimasta fedele. Sapeva che per attuare tale proposito occorreva saper perdere non solo ciò che non è buono, ma anche tutto ciò che di bello, di buono, di santo poteva possedere nel presente, ma non era voluto da Dio per lei.

Quello che portò Araceli ad altezze spirituali che conosceremo solo nell’Aldilà è dunque un concetto semplice, ma abissale, una verità che non ammette dubbi. Per amare Dio occorre fare la sua volontà. Ma la sua volontà si presenta momento per momento…. Così fece Araceli; visse il presente per amore e raggiunse in fretta il traguardo atteso.

Per questo le parole scolpite sulla sua lapide a sintesi della sua vita sono quelle che Dio le potrebbe aver detto: “Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!”