Carlo De Gasperi

 18.08.1929 – 23.02.2018 – Focolarino
“Dall’intimo di chi crede in me, come dice la Scrittura: scaturiranno fiumi d’acqua viva” (Gv 7,38)

Carlo è nato nel Trentino 88 anni fa, in una bella famiglia di 8 fratelli, di cui due sorelle religiose e Lucia, focolarina ora nella Mariapoli Celeste. Una famiglia cristiana dai solidi principi, sempre fedele ai suoi valori tanto che, per non scendere a patti con il regime di allora, affronta disagi e nel 1940 si deve trasferire e ricominciare da zero. Una ferita che Carlo guarirà con fatica.

Conosce il Movimento nel ‘57 a Bolzano attraverso un amico. Confida:

Inizialmente non ho provato grande interesse, finché nel ’58 ho conosciuto personalmente Chiara… Lì, pur fra il dolore che portavo dentro, ho trovato qualcosa di più grande, l’amore di Dio (…). Era meraviglioso sentirmi amato da Lui! Pian piano ho scoperto la strada del focolare e nel ’60 sono partito per la scuola di formazione a Grottaferrata”.

Carlo era agronomo, ma si specializza come falegname e diventa così competente da dirigere una falegnameria prima a Grottaferrata, poi a Loppiano e a farne nascere una a Manila dove dà il meglio di sé dal 1967 al 2013.

Molte le testimonianze che arrivano dalle Filippine, da Scinti Arsì e altri focolarini che hanno vissuto con lui. Ray Asprer, ora al Centro dell’Opera, scrive:

“L’ho conosciuto da Gen e poco dopo ci siamo ritrovati insieme in focolare. Poteva essere mio padre, ma eravamo fratelli. Viveva l’Ideale con radicalità, ogni sera dopo le tante sfide al lavoro, stanco ma sereno, era ancora capace di ridere a tavola. Alle 5 del mattino, pioggia o sole, partiva per andare alla Messa e poi dirigersi alla falegnameria situata alla periferia di Manila. Lo faceva non solo per senso di responsabilità, ma per il suo grande amore per i poveri. Con la falegnameria – frutto del suo impegno di 40 anni – ha dato lavoro a centinaia di persone, ha insegnato un mestiere a tanti giovani svantaggiati, ha costruito un intero villaggio per le famiglie dei dipendenti. Carlo dava speranza e conosceva tutti per nome”. 

La sua Parola di Vita è: “Dall’intimo di chi crede in me, come dice la Scrittura: scaturiranno fiumi d’acqua viva” (cf Gv 7,38).

Teneva al corrente Chiara dei passaggi importanti del suo Santo Viaggio. Ecco alcuni stralci significativi. Da Manila nel ’68:

Partire da Loppiano e allontanarmi da Grottaferrata è stato per me un dolore, pur nella certezza che Dio non mi chiedeva l’impossibile, ma solo di fare la sua volontà. Per questo non c’è stato il minimo dubbio, ma la paura di perdere la gioia che scaturiva da quel piccolo paradiso di Maria in terra. In questo distacco, Maria Desolata è stata per me la Mamma che mi ha fatto capire tante cose. Loppiano, Grottaferrata: non le ricorderò come un paradiso lontano, ma, per Maria Desolata, vicinissimo”.

Nel ’71:

Mi ha colpito nel tuo diario, quando dici: ‘le piccole cose ci fanno capire Maria, e cioè l’essere amore’. Sì, è proprio vero, perché alla fine di ogni giorno ha più valore il bicchiere d’acqua dato per amore che aver fatto cento tavoli”. Nel ’73: “Più passano gli anni, più ci fai innamorare delle cose semplici e nasce più forte un desiderio, diventare bambino, figlio di Maria”.

Nel 2012 Carlo torna in Italia e viene accolto a Loppiano nel focolare verde:Nuova Unità. Più perdeva le forze e la possibilità di fare, più il suo essere irradiava amore e luce.

Ha avuto sempre un rapporto delicato e costante con Maria, che desiderava imitare nel quotidiano, cercando di incarnare la litania datagli da Chiara: “causa della nostra letizia”.

Negli ultimi giorni della sua vita, continuava a dire “grazie” a chi lo assisteva. Siamo noi ora a ringraziarlo della sua donazione, pensandolo accolto nella gioia del Paradiso.