Chiara De Los Angeles Nembrini

08.01.1969 – 22.09.2007 – Focolarina sposata
“E la luce risplende nelle tenebre” (Gv. 1, 5)

Il 22 settembre Chiara, focolarina sposata di Loppiano, è partita improvvisamente per la Mariapoli celeste donando la vita al quinto figlio, Giacomo, atteso con tanta gioia da tutta la famiglia.

Nata nel 1969, settima degli otto figli di Irene e Moy De Los Angeles, fra i primissimi focolarini sposati di Manila, è stata tra le prime gen 4 e poi gen3 delle Filippine. Il Gen Fest del 90 a Roma, ha segnato per lei una tappa importante: una nuova, profonda scelta di Dio. Poco dopo Chiara viene a conoscere Gabriele che con la sua famiglia viveva a Loppiano.

Così scrive:

“… Man mano che ci conoscevamo, capivamo che eravamo fatti l’uno per l’al­tra, … anche se ci preoccupava un po’ come sarebbe stata la nostra vita insieme per la diversità di cultura. È stata fondamentale la scelta di Dio che ciascuno di noi aveva fatto personalmente. Quando abbiamo detto il nostro sì, l’abbiamo detto anche a Dio Amore, perché fosse Lui alla guida della nostra famiglia”.

Nel 92 si sono sposati e quattro anni fa, con gioia, hanno desiderato mettersi al servizio delle famiglie dell’Opera trasferendosi alla Scuola Loreto.

Chiara era un contributo prezioso alla presen­za di Gesù in mezzo in focolare. La Parola era il suo “cibo”. Si metteva sempre all’ultimo po­sto, era libera perché amava. Nella sua bella famiglia e con tutti era in co­stante donazione e con il suo amore intelligen­te “metteva olio” nelle situazioni più difficili. Prima del ricovero, i familiari ricordano come ha vissuto con perfezione, nell’amore, la vo­lontà di Dio dell’attimo presente: ha voluto ri­vedere tutto il suo vestiario per poter mettere in comune il sovrappiù, sistemato la casa con cura, lasciate le provviste in cucina, il pranzo pronto e al lavoro tutte le pratiche ordinate. Il 21 settembre, sentendo imminente la nasci­ta del bambino, ha desiderato andare alla Messa con Gabriele e Irene, sua mamma. Subito dopo è entrata in ospedale. Stanno arrivando tantissimi echi che confer­mano la “corsa” di Chiara verso la santità. Gremitissima la Messa celebrata per lei alla “Theotókos” subito dopo la sua partenza.. Gabriele e i bambini sono la testimonianza vi­vente di quanto Chiara ha seminato e di quan­to l’Ideale sia profondo in ciascuno di loro. Sicuramente dal Cielo intercederà per noi». Così Chiara ha dato la notizia ai focolari del mondo.

“Hai sempre dato la vita – cantava il coro del­la Cittadella alla Messa del funerale – sei tra i fiori più belli, sbocciato per essere un dono che ormai è parte di noi, nutrito di quella vi­ta che non muore mai”. Chiaretta è partita proprio così: dando la vi­ta al suo quinto figlio, Giacomo, il 22 settem­bre scorso.

La notizia ha lasciato tutti attoniti, ma più forte è la certezza che “Da lassù Chiaretta è viva!”, come ha detto Chiara appena ha ap­preso la notizia e lo conferma la formidabile testimonianza del marito Gabriele, della mamma Irene, dei figli Giulio, Sofia, Angela, Maria e Giacomo e delle oltre 2.000 persone presenti al suo funerale. Anche il Comune di Incisa, a nome di tutta la cittadinanza, ha voluto esprimere la sua vicinanza alla famiglia con un ordine del giorno votato all’unanimità che ne ricorda «il profondo legame e affetto con la cittadinan­za tutta che l’ha potuta conoscere». Chiara è nata nel 1969, settima di otto figli. I suoi genitori, Irene e Moy de los Angeles, sono fra i primissimi focolarmi sposati di Mani-la, appartenenti a due famiglie tra le più importanti e conosciute nelle Filippine. Alla sua nascita, scrivono a Chiara che è nata “la prima Chiaretta asiatica”, quasi a sigillare il de­siderio della loro famiglia di essere una testimonianza del carisma dell’unità in Asia. Chiaretta è stata fra le prime gen4 e poi gen 3 delle Filippine, apprendendo anzitutto dai suoi l’arte dell’amore evangelico verso tutti. Ricorda una gen3 di allora che in una notte stellata si erano promesse di voler essere come le stelle che brillano in ciclo, fedeli alla loro vocazione di luce e di calore e hanno fatto il patto di farsi sante. «Vediamo chi sarà la prima a riuscirci!» aveva esclamato Chiaretta. Si laurea in Scienze dell’Educazione con specializzazione in pedagogia speciale. Comincia a lavorare in una scuola con bambini disagia­ti e si dona generosamente in uno dei quartieri più poveri di Manila. L’esigenza di preferire gli ultimi della società continuerà a guidare le sue scelte anche negli anni successivi. Poi l’incontro con Gabriele, il matrimonio e il trasferimento alla Scuola Loreto. Da alcuni anni era entrata a far parte del focolare come focolarina sposata e vi arrivava col cuore aperto, ad amare per prima, a fare spazio alle difficoltà e ai dolori degli altri. Ininterrotto e crescente il suo rapporto con Chiara. Così le scriveva lo scorso dicembre: «Grazie per avermi dato la Vita! In questi ul­timi mesi mi accorgo sempre più della gran­dezza del tuo Ideale. Tu mi sei stata sempre vicina, a farmi strada, proprio come una mamma che guida e aiuta i propri figli a cre­scere. E soprattutto quando si sbaglia ci dai la forza e la luce per ricominciare. Nel mio pic­colo, continuerò a seguirti con più coscienza e responsabilità. Col cuore colmo di amore per Gesù Abbandonato, tornerò a casa rinnovata per mio marito, per i nostri figli, per le fa­miglie della Scuola Loreto, per le focolarine del mio focolare e per chiunque avrò vicino». Da quando aveva saputo di aspettare il quinto figlio Chiaretta era particolarmente felice, nella pace, lo sentiva fortemente come un dono di Dio.

Il 21 settembre, sentendo imminente la nascita del bambino, nel primo pomeriggio è entrata in ospedale, dove alle 4.30 del giorno dopo ci ha lasciati.

Chiara ha subito assicurato di “essere vicina a tutti della Mariapoli, ma di partecipare soprat­tutto al dolore di Gabriele, assicurandogli che Gesù in mezzo nella città di Maria sosterrà lui e i suoi bambini”.