Claude Gamble

19.01.1946 – 19.11.2019 – Focolarino
“Vieni e seguimi” (Mc 10,21)

Nato a Parigi, secondo di 5 figli, nel 1965 conosce il focolare e attirato dall’Ideale comincia la vita gen. Ha l’opportunità di recarsi in Camerun per un progetto umanitario e sente parlare di Fontem. Raggiunge la cittadella e, lavorando con Piero Pasolini al montaggio delle turbine, percepisce tra i focolarini e i Bangwa un rapporto di grande fratellanza nel rispetto delle tradizioni.

Nel gennaio ‘69 Chiara visita Fontem. Seguiamo il suo racconto:

“Ho fatto di tutto per andare a prenderla al piccolo aeroporto di Dschang anche col compito di fotografo…!”.

Quando Chiara scende dall’aereo, resta sorpreso nel vederla così normale e al suo saluto resta sconvolto:

“Chiara pianta lo sguardo nei miei occhi e dice: Claude, sono proprio contenta di conoscerti. Il giorno dopo riesco a parlare con lei, le racconto i miei dubbi sulla vocazione…, svaniscono tutte le incertezze! Poi alla fine mi dà la Parola di Vita: ‘Vieni e seguimi’ (Mc 10,21)”.

Dopo la scuola di Loppiano e un breve periodo a Parigi, nel ‘72 torna in Africa: in Camerun, a Fontem e a Douala, e in Costa d’Avorio con viaggi in Burundi.

Seguendo Gesù nella via del focolare, Claude scopre che le esperienze che Dio gli fa vivere sono tappe importanti per approfondire l’unità con Dio e con i fratelli. Scrive:

“E’ una scelta difficile quella che rifaccio… Cerco di seguire la voce di Gesù dentro e riprendo coraggio…” (1979).

Cresce anche la sua unità con la Madonna:

“Ora nelle attività della giornata… Maria è sempre al primo posto…; davanti a Lei mi sono votato ad essere un dono completo, un dono per l’unità” (1985) – “Sto sperimentando quanto Lei ci sia vicina… dà soluzione all’attimo presente dove mi trovo immerso. Vedo che l’essere madre gli uni degli altri ti fa diventare anche madre di te stesso” (1987).

Nel ‘92 parte per la cittadella di Montet e poi inizia l’avventura in Medio Oriente: per pochi mesi in Libano e poi per 20 anni a Tangeri, in Marocco, dove rimane anche da solo in attesa che la situazione permetta l’arrivo di altri focolarini. Insegna francese e forma con alcuni ragazzi una squadra di calcio che ha l’amore come regola di gioco e porta molti frutti. Intesse significativi contatti anche con i musulmani e nasce una comunità che continua ancora oggi. Chiara gli assicura Gesù in mezzo a distanza e gli augura “di essere un vivissimo tassello del magnifico mosaico dell’Opera”.

Nel 2015 si trasferisce a Tlemcen in Algeria e nel 2016 ad Algeri, sempre dimostrando un cuore attento all’inculturazione e che vorrebbe contenere tutti.

Per la salute nel 2018 viene alla Mariapoli Romana e a Villa Achille fa un’esperienza di “scuola della carità vissuta nel concreto – ogni secondo vorrei dire – con i popi che si mettono a servizio in modo incredibile”. Matura nuovi passi. Scrivono dalla Casa Verde che fino alla fine Claude:

“Si è speso per ricucire o per far crescere tanti rapporti, a vari livelli e con diverse persone, riappacificandosi con tutti. Dopo questo lavoro paziente e sapiente, Dio se l’è preso, quasi avesse assolto in pieno il compito che aveva su questa terra”.