Claudio Giannotti

26.01.1939 – 08.03.2019 – Focolarino sposato

Claudio Giannotti, focolarino sposato di Firenze, ha concluso il suo santo viaggio l’8 marzo 2019. Persona in vista per il suo impegno governativo. Arrivò a Firenze alla fine del ’64  quando gli venne conferito l’incarico di vice prefetto-vicario della città. Claudio conobbe l’Ideale, insieme alla moglie Luciana, all’inizio degli anni ’70 in un viaggio a Loppiano. Claudio e Luciana erano una coppia molto affiatata e, insieme con i due figli, Andrea e Chiara, divennero una solida base per la comunità di Firenze. Sul posto di lavoro tutti lo ricordano sensibile, scrupoloso, esigente. Il suo operare era concreto e attento ai bisogni della città.

Al tempo del terremoto del Friuli nel 1976 fu molto impegnato per mesi in quella regione. In quella circostanza collaborò con il Commissario Zamberletti con il quale maturò l’dea di quello che poi sarebbe divenuto in Italia il Corpo della Protezione Civile, che si concretò presto dopo il successivo sisma in Irpina. Così scrisse a Chiara:

“Nel tuo biglietto mi dicevi che la mia vita doveva essere una risposta all’Amore di Dio per me… la sera dello stesso giorno sono stato inviato d’ufficio dalla Prefettura di Firenze, presso cui lavoro, a Pordenone per l’assistenza ai terremotati del Friuli. … ho pensato: vorrei portare l’amore di Chiara a quella gente”. (Pordenone, 14 giugno 1976)

Claudio svolse un volontariato qualificato anche al Centro Studenti Giorgio La Pira, di cui fu uno dei fondatori nel 1978, nella valutazione delle questioni economiche, nella sistemazione dei permessi di soggiorno degli studenti del Centro e anche dei focolarini che arrivavano a Loppiano dagli altri continenti. Scrisse a Chiara a gennaio del 1981:

“Voglio essere la Volontà di Dio su di me. Voglio vivere fino in fondo, dietro di te, Gesù Abbandonato per le strade del mondo dove il Suo Amore mi porterà”.

Nel 1985 in occasione delle promesse perpetue così scrisse a Danilo Zanzucchi:

“Sono stato veramente benedetto da Dio per aver potuto conoscere Foco, Spartaco e tutti i primi popi del ramo. Ho promesso al Signore di essere come loro fedele a Chiara nella casetta Lauretana per custodire i popi che, con la loro presenza, dicono al mondo che Dio ci ama… Ti prometto che sarò sempre al servizio dei fratelli e di tutti gli uomini che il Signore mi porrà accanto”.

Nello stesso anno morì Luciana. Chiara gli assicurò, attraverso un telegramma inviato da Mollens, la sua unità:

“Chiedo a Maria essere accanto a Luciana et ricompensarla sua preziosa offerta vita et amore Opera”.

Per anni fu continuo il suo contributo alla vita dell’Opera, in particolare nel dialogo nascente con le persone senza un riferimento religioso, con le quali intrecciò rapporti profondi che ancora oggi i “nostri amici” ricordano con gratitudine.

“Chiedo a Dio ed a Maria si essere sempre pronto a passare attraverso la Piaga, a vivere la Parola, per poter trasmettere a tutti coloro che mi conoscono la gioia del tuo Carisma dell’Amore di Dio. (Castelgandolfo 8 dicembre 1987)

Alcuni anni dopo, Claudio si risposò con Gigliola con cui ebbe altri due figli, Maria e Luca. La sua scelta preferenziale dello Sposo si rese  ancora più visibile con la nascita della figlia Maria, che, venuta alla luce prematura, riportò una grave disabilità. Questo mise Claudio ancora una volta in una disposizione di amore più grande. Così scrisse a Chiara:

“Volevo dirti che nonostante tutti questi limiti, trovo sempre unica risposta alle incertezze della mia vita in G.A. e solo in Lui riesco a trovare una ragione di speranza e di gioia ad essere, nonostante tutto, padre”. (Ferrara, 2 aprile 1997)

Dal 1995 al 1999 fu prefetto della città di Ferrara. Ad agosto del 1999 iniziò il mandato di Commissario del Governo di Trento. In occasione della sua nomina Chiara gli scrisse:

“Ti faccio tantissimi auguri per il nuovo compito perché esso sia, per il tuo amore a Gesù Abbandonato, sempre al servizio dei cittadini e una testimonianza di come fare una politica nuova”. (7 luglio 1999)

Nel febbraio del 2000 fu colpito da un’ischemia cerebrale che lo costrinse in carrozzina e senza possibilità di esprimersi verbalmente per il resto della vita. 19 lunghi anni; ma la malattia non è riuscita  a cancellare la sua capacità d’amare, di ringraziare, né quella di scherzare. Era dotato di ironia e senso dell’umorismo, che riusciva a manifestare anche senza parole. In lui la gioia era proprio un frutto dell’amore a Gesù e induceva tutto il focolare a porsi al medesimo livello. Possiamo testimoniare che Claudio è riuscito a fare della sua vita una cosa seria: lui è stato un vero atleta, un vero vincitore. Nelle cariche che ha ricoperto ha dimostrato di essere sempre al servizio, senza ricerca del potere e del tornaconto personale.