Floriana Di Silvio Gallelli

03.07.1956 – 03.04.2016 – Volontaria
“Io vivrò per Lui” (Sal 22,30)

Floriana  conosce il Movimento dei Focolari a Napoli, la sua città, da ragazzina, e fin dal primo momento l’Ideale dell’unità l’affascina, fino a farlo diventare la sua stessa vita. Poi conosce Franco, si sposano e, per motivi di lavoro nel 1978 vanno a vivere in Calabria dove nascono i loro due figli: Alessandro e Andrea.

E’ stata tra le persone del Movimento di quella regione che ha contribuito alla diffusione dell’Ideale dell’unità nelle varie città e paesi, soprattutto nelle province di Catanzaro e Crotone. Erano tempi in cui scegliere una strada tutta nuova come quella del focolare o partire per centinaia di chilometri solo per fare un incontro con gli altri fratelli d’Ideale, difficilmente veniva capito e accettato.

Tutti ricordano la sua generosità il suo sorriso e la sua festosa accoglienza verso ogni persona, e soprattutto la sua fedeltà nei momenti di prova… Un grande esempio di accoglienza a Gesù Crocifisso e Abbandonato, che ha sempre amato in  maniera speciale.

Floriana era molto schietta, come si dice: pane al pane e vino al vino, non usava diplomazia ma arrivava subito al concreto, e per questo il rapporto con lei era molto profondo… Con lei si poteva parlare liberamente di tutto…

Era anche tanto radicata nella vita della sua città, pronta a lanciarsi nelle vicende più varie, e spendendosi per molte iniziative in favore degli ultimi… dalla ragazza americana incinta, alcolista, alla quale, con l’aiuto della comunità, si riuscì a trovare una sistemazione idonea, o dal ragazzino russo di Chernobyl ospitato per un periodo nella loro casa, all’immigrato del Pakistan accolto con tanto amore e rimasto poi legato in maniera forte alla famiglia… Anche se tutto questo comportava uno scombussolamento nel menage familiare e una grande fatica fisica.

Aveva un grande amore per tutti, ma un amore speciale lo aveva per le focolarine e i focolarini, dei quali si sentiva, in un certo modo, non solo sorella ma anche ‘madre’. Chi potrà scordare le pizze di Floriana, il suo buonissimo gateau di patate? E tutti quei manicaretti che lei sapeva cucinare e coi quali riusciva a ‘toccare il cuore’ delle persone…? Ci dice di lei un focolarino, che ogni  volta che si accorgeva che qualcuno aveva un problema, una difficoltà, lei arrivava al momento giusto, in maniera discreta, e, magari tramite Franco, si informava, voleva sapere come stava quella persona, se era tutto a posto…

Poi le circostanze, in particolare seri motivi di salute, l’hanno portata a trasferirsi con la famiglia a Figline Valdarno, vicino a Loppiano. Era cambiata la città, erano cambiate le persone ma non la sua generosità e donazione concreta verso tutti. Organizzò anche delle raccolte fondi per acquistare attrezzature per il reparto dialisi del vicino ospedale. E nonostante la sua salute precaria e la necessità di cure, non si risparmiava e appena poteva si metteva a disposizione, ad esempio fin dall’inizio è stata una delle più impegnate ad aiutare al Fagotto, un luogo di condivisione e di solidarietà aperto due volte alla settimana per venire incontro a situazioni di necessità del nostro territorio… Ma anche la sua casa era aperta ad accogliere che ne avesse bisogno, senza mai badare alla salute o alla stanchezza.

I suoi occhi sempre  “vivi” erano lo specchio della vita interiore di chi si metteva subito in ascolto: era la persona che aveva davanti che contava! Ha testimoniato fedeltà e coraggio, desiderio di comunione e comunità… E contemporaneamente aveva un amore forte per l’umanità, aveva in cuore tutti senza distinzioni, dalle persone anziane per le quale aveva sempre un pensiero particolare, gli ammalati, alle persone che incontrava nelle sue giornate…

Era docile alla volontà di Dio… Se parlava della sua malattia, era sempre pronta ad accettarla… Ma questo non le toglieva la voglia di vivere, fino alla fine speranza del trapianto… Era tanto tenace, non smetteva di fare progetti, di guardare al futuro con speranza…

Lei sapeva sempre metterti a tuo agio; era come se non appartenesse più a sé stessa, sempre grata a  Dio di quello che aveva…

Era anche molto umile. Una volta che aveva saputo di dover assumere un ruolo di responsabilità si sentiva la più piccola, la meno adatta… e chiedeva a tutti di pregare per lei, perché fosse sempre all’altezza di quello che le veniva affidato.

Nelle ultime settimane c’è stato un aggravarsi della malattia che ha comportato un ulteriore ricovero, con forti dolori fisici, accompagnati da momenti di prove anche spirituali che non faceva trasparire ma che riuscivamo a cogliere grazie al rapporto che ci legava a lei, in particolare quando è arrivata l’inattesa notizia della morte di Silvia, sua sorella, alla quale era molto legata. Tra il resto il pensiero di non poter andare al funerale perché anche lei bloccata nel letto era difficile da accettare, ma poi ha accolto quello che i medici le dicevano dicendo:

“E’ la volontà di Dio!”

Era arrivata allo stremo delle sue forze… ma sempre nell’amore per chi andava a trovarla…

Aveva un gran desiderio di ricevere quotidianamente Gesù Eucarestia, nel quale trovava la forza di superare ogni cosa.

Sentiamo che Floriana è stata e continuerà ad essere una testimonianza di vita, di donna forte del Vangelo, cristiana autentica, moglie e madre esemplare, amica e sorella su cui poter sempre contare.

Ed è sembrato davvero significativo il fatto che Floriana avesse raggiunto il Cielo proprio durante il congresso di OnCity per il quale stava offrendo le sue sofferenze degli ultimi giorni. E proprio l’ultimo giorno del congresso, saputa la notizia, Emmaus diceva di sentire Floriana come un seme della cultura dell’unità che abbiamo vissuto e visto in quei giorni.

Concludiamo con una lettera che la Comunità Locale ha scritto a Franco dopo la sua partenza.

Caro Franco,
Flò è partita. Sentiamo di dirti che anche qui ha lasciato dietro di sé una scia di amore.
In questo tempo vissuto insieme abbiamo imparato a conoscerla, un po’, e siamo stati bene insieme a lei, tanto.
Ma è soprattutto in questo momento che abbiamo capito quale grande fortuna è stata poterla conoscere.
Floriana c’è sempre stata, malata o no, stanca o no, d’accordo o no, silenziosa o no….c’è sempre stata, con sapienza e umiltà.
Non ha fatto pesare niente, mai. Non il sacrificio negli orari degli incontri, non la nostalgia della bella comunità di origine, dove tanto ha (avete) fatto, non la mancanza della sua terra… Niente, ha amato tutto e tutti, come se le fosse sempre appartenuto, tutto, come se avesse sempre conosciuto, tutti. Ha amato come Chiara le ha insegnato.
Tutti abbiamo qualche ricordo, qualche momento vissuto insieme a lei di cui essere grati.
Ci mancherà tanto, ma più forte vogliamo che sia la gratitudine a Dio del dono che è stata per la comunità di Figline e Incisa.
E la gioia di saperla in Paradiso.