18.06.1924 – 19.09.2007 – Focolarina
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace… “ (Gv 14,27)
Dal messaggio di Chiara ai focolari:
«Ginetta è passata all’altra Vita ieri 19 settembre alle ore 14:50 dopo una breve agonia vissuta con Gesù in mezzo, in grande serenità, in un clima di Paradiso, conclusosi con la benedizione di Scinti (Giuseppe Arsì, corresponsabile della Cittadelladi Loppiano n.d.r.). Aveva 83 anni. Ieri mattina, durante la Messa celebrata nella sua stanza, pur debolissima, ha accolto con coscienza Gesù Eucaristia. Ginetta è entrata in focolare nel 1958. Ha conosciuto l’Ideale a Trento, sua città, nei primissimi tempi, inserendosi pienamente e con generosità nella vita della comunità. Grazie a lei ho conosciuto Bruna Tornasi. Per lunghi anni responsabile in Sicilia, a Napoli e poi a Torino. Da tre anni, per motivi di salute, si era trasferita a Loppiàno e negli ultimi mesi alla Casa Verde nella Cittadella. In questi ultimi giorni sono arrivati e continuano ad arrivare fax dalle zone dove è stata. Testimoniano la grande fedeltà al carisma, e la sua vita impregnata di amore concreto, di fede evangelica, di semplicità. S.E. mons. Illiano, vescovo efesino di Nocera, ha scritto a Ginetta esprimendole tutta la sua vicinanza. La ricordava “indimenticabile regista dell’unità della zona di Napoli”. S.E. Gennadios Zervos, vescovo ortodosso, le ha fatto sapere che la ricordava come una sorella che ha amato la Chiesa ortodossa a Napoli, e la benediceva. Maria Rita Cerimele, di Torino, l’ultima zona di cui Ginetta è stata responsabile, ha scritto: “Ci ha fatto fare l’esperienza di una vita naturalmente soprannaturale” Fino alla fine ha vissuto la Parola di vita che le avevo dato nel ’50 a Roma. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace… ” (Gv 14,27). E questa pace ha irradiato attorno a sé fino all’ultimo.II funerale sarà nel Santuario della Teotokos. Siamo certi ora della sua intercessione dalla Mariapoli celeste, uniti più che mai a Ginetta e a tutti “i nostri” Lassù»
Con la sua essenzialità e schiettezza, Ginetta raccontava così il suo incontro con Chiara, avvenuto in sala Massaia a Trento nel 1945:
«Un giorno ebbi un incontro inatteso, semplice ma rivoluzionante per me… Ero cosciente che la luce che mi aveva pervasa non era una cosa comune. Cominciai così a vivere senza parlare troppo».
Quando aveva 23 anni, morì improvvisamente – per un incidente sul lavoro – suo fratello Dario. Fu il primo vero dolore della sua vita. In quell’occasione Chiara scrisse a lei e alla sorella Gora:
«Mai ci siamo sentite una sola cosa con voi come in quest’ora di prova. Il Signore vi ama, …e pota piano piano tutti gli affetti, anche i più sacri e ipiù cari per rubarvi il cuore… Forse egli già gode la visione di Colui che amiamo perché: come si vive, così si muore\».
D’estate, appena poteva, Ginetta partiva per la Mariapoli di Fiera di Primiero, dove ogni anno cresceva il numero delle persone. Nel ’58 erano migliaia e migliaia. Ginetta aveva notato che le focolarine e i focolarmi non riuscivano più a seguire personalmente ciascun partecipante.
«Spinta da una delle prime focolarine -raccontava – ho chiesto un colloquio con Chiara… Capii che non potevo rimanere dalla parte di chi usufruiva di questo dono di Dio senza entrarvi attivamente. Mi pareva che, avendo assistito per tanto tempo al miracolo di quest’amore, dovevo – aderendo a Gesù che me lo chiedeva – darmi tutta e per sempre a Lui». Chiara glielo confermò, dicendole di ritenersi una focolarina.
Un mese dopo Ginetta è entrata in focolare Dopo un breve periodo a Trento, parte per Reggio Calabria. Nel ’63 si trasferisce a Siracusa, divenendo poi responsabile della zona della Sicilia. Dopo alcuni anni, Chiara le affida la responsabilità della zona di Napoli.
«Sapevo che ciò era stato deciso più in Ciclo che in terra, ma io, che credevo di essere forte e di aver fatto tutto per Dio, mi ritrovavo debole e legatissima a tutto ciò che avevo fatto, conosciuto e vissuto. Quando poi presi il treno per Napoli, sola,mi ritrovai libera, felice di essere pronta a ricominciare da capo».
A Napoli Ginetta rimase fino al ’96, quando una nuova volontà di Dio la portò nella zona di Torino.
E’ difficile ora esprimere tutto l’amore profuso per tutti e per ciascuno! Scrive Tina C., per anni con lei a Napoli:
«Quanto sono vere le parole di mons. Illiano che l’ha ricordata come una “indimenticabile regista dell’unità”! Per l’unità Ginetta era pronta a perdere tutto; nel contempo pregava molto: Quando è partita per Torino ha lasciato una zona compatta, una famiglia con vincoli soprannaturali molto forti… Il suo dar fiducia nasceva da una fede profonda in Gesù presente in ciascuno».
Per Marisa M. della Calabria, è stata:
«una madre che mi ha nutrito con l’esempio e le parole dell’Ideale, facendomene innamorare. Vedevo in lei la sua Parola di vita vissuta». E Diana B. di Napoli: «Ricordo che nella vita di focolare era la prima a servire, metteva in luce tutte le altre e ci spingeva ad ascoltare “quella voce”. Era semplice, concreta, e favoriva la comunione; mai formale, dava la pace e ci riportava sempre a Dio».
Aurea Turco, ora responsabile del focoale di Palermo:
«Ho avuto la grazia di vivere accanto a Ginetta negli anni in cui è stata a Torino. Di quante esperienze di vita evangelica, di carità sopraffina e di amore a Gesù Abbandonato sono stata testimone! Ora la sento con me qui a Palermo, dove lei era stata ed è ricordata ancora con gratitudine e stima…».
Ginetta ha vissuto fino all’ultimo la sua Parola di vita «Vi lascio la pace…»: una pace che ha profuso con il dono di una vita impregnata di amore concreto, di fede evangelica, di grande fedeltà al Carisma come dice Chiara nel suo telegramma.
Ci sembra che abbia realizzato pienamente le parole che aveva scritto nel suo diario nel luglio ’74:
«Sì, Signore, Ti ho promesso fedeltà assoluta per sempre, nella linea dell’unità e nei momenti più difficili. Dammi la forza di esserti fedele. Come nella Messa di questa mattina, canterò in eterno la fedeltà del tuo amore».