Giovanni (Gianni) Busellato

28.12.1926 – 27.04.2017 – Focolarino
“Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi fanno del male” (Mt 5,44)

Gianni Busellato aveva conosciuto l’Ideale a Trento già nel ‘55. Dopo la Mariapoli del ’56, entra in focolare e viene scelto da Chiara a far parte del primo gruppo in partenza per il Brasile nell’ottobre ’59. 

Nasce a Thiene, in provincia di Vicenza, in una bella famiglia di 5 figli. La sua giovinezza è segnata dalle vicende della II guerra mondiale, tra i suoi ricordi nomina il forte bombardamento su Trento del 13 maggio ’44 avvertito anche nella sua città.  

Oltre quanto lui stesso racconta, è preziosa la sua corrispondenza con Chiara in cui risalta la scelta di Dio e la sua vocazione di focolarino. Vi faccio partecipi di alcuni significativi stralci. 

“Da quando sono entrato in focolare non saprei dire quale sia stato il giorno più bello. Forse quando mi trovavo così vicino al cuore dell’Opera, a don Foresi, a te che attimo per attimo, ad ogni incontro costruivi in me una coscienza nuova e una sensibilità alla vita dell’Opera che fino allora non avevo conosciuto? O forse quando lontano da te e da tutti, in piedi perché Dio lo voleva, per questa nuova sensibilità sentivo profondamente il tuo soffrire, patire e gioire e quello di tutta l’Opera? Oppure quando percepivo Dio che mi lavorava l’anima in mezzo a mille fatti buoni e cattivi di ogni giorno? O forse quando solo Gesù Abbandonato mi dava spiegazione di tutto? Non lo so. So solo che un profondo senso di gratitudine a Dio e a Maria mi sale dall’anima” (Recife – agosto ‘60). 

“L’affrontare quest’immensa città, la lontananza da te, da tutti contribuirono a rendermi l’anima sempre più sola e più sgombra. Poi il miracolo dell’Ideale: improvvisamente, quasi dal nulla, ecco nascere la piccola Mariapoli di Barueri” (San Paolo – ottobre ’63 – molti dei giovani allora presenti sono poi diventati colonne dell’Opera in Brasile). 

“A volte, pensando a quei primi giorni quando conosciuto l’Ideale mi sembrava che quella luce mi avesse cambiato persino la natura, mi chiedevo se mai si sarebbe ripetuto qualcosa di simile. Ebbene da ieri mi sembra che questo stia succedendo e lo noto da un nuovo modo di pensare e di sentirmi figlio tuo, fratello di tutti, responsabile con tutti dell’Opera (…). Quale ansia c’è ora nell’anima, quale desiderio di partire, portando con la vita la Trinità sulla terra e quell’amore trasformante che è Gesù Abbandonato” (novembre ‘74). 

“Tre cose avevo chiesto a Maria: che questo fosse l’anno più santo della mia vita; che lei mi facesse sempre più popo, malgrado i miei limiti; che formasse in me un’anima sacerdotale tutta interiore” (maggio ‘87).

“Ricordavo quando venivo qui nella cappellina a deporre ai piedi di Maria i dolori e le prove, ma non ho avuto nemmeno il tempo di pensarci ché subito ho ricordato la Sua risposta: “Non ti preoccupare, Gianni, non sai che ti voglio bene?” (dicembre ‘97). 

“Ho rinnovato la scelta di Gesù Abbandonato, anche se non so quanto abbia capito di Lui. Mi sembra così alto capire Gesù nel momento culmine della redenzione. Forse per questo mi sembra sempre nuovo, imprevedibile, abisso infinito. Agli altri cerco di dare – per quanto mi è possibile – amore e gioia, anche se tutto si ribella. Ma tutto è Lui. Credo, ne sono certo, che è tutto amore di Dio. Forse è la mia piccola goccia” (aprile 2000)

“Ho avuto la grazia di rivederti e di ascoltare il tuo discorso sul Violetto. E’ stato bellissimo viaggiare con te in questo colore sin dalle prime ispirazioni e fino ai nostri tempi e ancor più viaggiare nella Trinità con Maria, nel meraviglioso legame che ci fa uno, che ci fa famiglia” (2002)

Gianni aveva ricevuto la Parola di Vita da Chiara nell’aprile del ‘61 a Recife. Racconta lui stesso che nella penombra della macchina Chiara si era raccolta e poi aveva scelto la Parola di Vita di quel mese: “Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi fanno del male” (Mt 5,44).

Era quello un periodo particolare per l’Opera e lo si intuisce dalla lettera che Chiara inviò alla partenza dal Brasile per l’Italia:

“Ora popi, avanti! Il mondo è di chi lo ama e meglio sa dargliene la prova. Amate tutti, non giudicate mai; porgete la destra a chi vi percuote la sinistra, e penserà Lui, che ci unisce da un continente all’altro, … all’Opera di Dio”.

A proposito di un nome nuovo Chiara gli conferma il suo dicendo:

“Tieni il tuo. E’ bello ‘Giovanni’, vuol dire fortunato. Inoltre, ho saputo, che vuol dire: Dio ebbe misericordia”. 

Un’altra lettera di Chiara che Gianni aveva sempre davanti era del 10 giugno 1987:

“Da ciò che mi dici mi pare di scorgere nella tua vita le tappe della via Mariae, della vita del focolarino. Perciò sii tranquillo perché sei nella via giusta. Ti auguro di andare avanti così fino a raggiungere la meta…”.