Luciano Beltramo

20.03.1932 – 24.08.2013 – focolarino
“E da quel momento il discepolo la prese con sé” (Gv 19,27)

Il 24 agosto, alle ore 15.00, dopo la recita del  rosario, serenamente è partito per il Cielo il nostro carissimo  Luciano Beltramo, focolarino a Loppiano, all’età di 81 anni. Al mattino, durante la S. Messa, aveva ricevuto l’Unzione degli infermi.

La sua avventura nell’Ideale cominciò negli anni ‘50. Lo ricorda lui stesso in una lettera a Chiara il 20 marzo 2002, nel suo settantesimo compleanno:

«Fu proprio una “solenne sterzata” – direi oggi – quel giorno alla Mariapoli di Fiera di Primiero, nel ’56, quando dopo aver sentito esperienze e visto in azione le prime focolarine, passai la notte con un unico pensiero: “Se sei onesto, ti metti anche tu ad amare”.

(…) mi sentivo tutto di Dio e forse già in quel periodo intuii una possibile chiamata al focolare».

In un’altra lettera a Chiara, con alcune pennellate illustra l’avventura degli anni che seguirono quella Mariapoli e la sua decisione di donarsi a Dio, pur essendo fidanzato da tre anni:

«Qualcosa non girava (…), era Gesù che ci aveva scelti e, per quanto tante volte Gli abbia resistito, Lui non cessava di amarci, fin quando siamo crollati. Così ci siamo lasciati e abbiamo deciso di vivere per Gesù, solo per Gesù. E Lui si è subito presentato Crocifisso e Abbandonato nei nostri parenti che non riuscivano a capire questo nostro “cambiare rotta”, nel parroco del paese che, pur capendo che tutto era opera di Dio, di fronte alle persone che gli chiedevano spiegazioni,anche lui crollava. Mi sembrava proprio di rivivere i primi tempi dell’Ideale quando anche tu mettesti con dolore il sacco sulle spalle di tua madre sicura però che Gesù avrebbe fatto il resto (…).

Da quando sono partito ricevo dai miei delle lettere meravigliose, traboccanti di gioia, perché avendo anch’essi fatto un atto d’amore verso Dio, veramente stanno ricevendo il centuplo».

Nel 1962 inizia la Scuola di formazione dei focolarini a Grottaferrata e un anno dopo si trasferisce prima nel focolare di Firenze, poi a Roma e più tardi nella zona di Milano per 28 anni. In quel periodo, dopo aver ricevuto da Chiara una Parola di Vita: “E da quel momento il discepolo la prese con sé” (Gv 19,27), le scrive:

«… se rivivo Maria, l’anima resta in una pace profonda e riesco bene a dare Gesù agli altri».

E Chiara gli risponde:

«Infatti il tuo modello è Maria Desolata. Mi sembra che tu abbia imbroccata la strada, non solo perché Maria nella sua desolazione è sinonimo di dolore e cioè di amore, ma anche perché Maria è la tua “forma”, è la tua Madre. Ella ti porterà fino in cima alla sua strada e ti trasformerà in un altro Gesù».

Dal 1996 al 2003 passa alla zona dei Castelli Romani. Scrisse allora a Chiara:

«Sto passando (ho passato?) un periodo difficile, con una sofferenza di fondo quasi costante: angosce, buio, senso di fallimento, paura di essere fuori dalla volontà di  Dio, solitudini, incomprensioni… volti diversi di G.A. (…). Mi sento bene solo quando sono nell’amore. Avverto che è aumentata dentro, la misericordia: mi pare di riuscire ad amare di più quelli che mi hanno fatto soffrire…».

Chiara gli risponde:

«Sono stata contenta che ti sei aperto con me. Mi dici che stai passando un momento difficile, in cui Gesù Abbandonato ti sta visitando sotto diversi volti e  ti domandi cosa sarà mai. È questa la nostra strada, Luciano, marcata da gioie e dolori, vette ed abissi. Occorre saperla vivere. E guai se mancassero queste prove! Sono esse che scavano e annientano il nostro io. E per esse, appunto affiora in noi la misericordia».

Trasferitosi nel 2003 a Loppiano scrive ancora a Chiara:

«Specie in questi ultimi tempi dove ho più tempo per contemplare “le cose di lassù”, mi ritrovo abbastanza spesso con l’anima immersa in una pace profonda dove regna il divino e l’umano fa da sfondo. Capita a volte, dopo aver meditato le letture del giorno, di essere preso da commozione profonda; così dopo aver letto scritti tuoi. Allora mi prende una nostalgia di cielo e vorrei già essere in Paradiso perché qui sulla terra tutto sembra in quei momenti molto limitato».

E’ questo l’animo col quale ha vissuto la malattia che lo ha portato all’incontro con Gesù.

Siamo grati a Dio per il dono di questo popo e a lui stesso per aver voluto corrisponderGli con tutta la sua vita.