Luigi Zidda – Deogratias

10.06.1928 – 04.03.2012 – focolarino
“Il frutto dello Spirito è carità, gioia, pace…” (cf. Gal 5,22)

Luigi, nato a Orune (Nuoro) nel giugno del 1928, aveva conosciuto l’Ideale a Sassari nel ‘54 mentre frequentava la facoltà di medicina. Su invito di un sacerdote, negli ambienti della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), aveva conosciuto un giovane di Roma ed era rimasto colpito da ‘qualcosa di indefinibile’ nel suo sguardo.

“Ci ritirammo nella mia stanza dopo cena –  scrive Luigi nei suoi ricordi – e mi parlò senza troppi preamboli di Gesù crocifisso e abbandonato,  di Gesù in mezzo e dell’Unità. Per quella notte e per altre due notti non riuscii a chiudere occhio”. 

Seguirono gli incontri con Ginetta, Dori, Angelino e Arnaldo. 

Il primo focolare che Luigi era andato a visitare è stato quello di via Capocci a Roma, dove l’avevano accolto Peppuccio, Fede, Nicasio Triolo e Aldo Baima. Nel ‘55 aveva partecipato alla Mariapoli di Vigo di Fassa e dopo la laurea in medicina, nel ‘57, era entrato in focolare a Sassari; poi è stato a Roma e a Caltanissetta. Nel ‘67, Luigi si era trasferito a Fontem e lì si era donato anche come medico insieme a Lucio Dal Soglio e ad altri, con innumerevoli esperienze di vangelo vissuto.

Nel ‘72, tornato in Italia, poco dopo il suo arrivo a Loppiano, scriveva:

“Qui ho scoperto una realtà che mi ha fatto scoprire la mia nullità e la mia presunzione di aver fatto qualche passo  avanti dopo tanti anni che ho conosciuto l’Ideale. Ho trovato infatti una tale freschezza di vita, una genuinità e spontaneità che è tipica dei primi tempi dell’Ideale. Non dico le acrobazie per tenermi  al passo con chi desidera percorrere le tappe di Chiara!”.

Dal ‘75 è stato a Firenze fino al ’90 e, quando per salute ha dovuto lasciare il lavoro, diceva a Chiara: “… prima ho trovato un po’ di difficoltà a questo passo, ma dopo mi sono accorto che era provvidenziale. L’amore dei fratelli è stato risolutivo per tutto e ti ho seguito durante il mio  ricovero e il corso della malattia. Mi ha aiutato a fare “l’ammalato” fino in fondo”.

Gli anni passati a Loppiano, dal 2001, sono stati caratterizzati da un amore appassionato all’Eucaristia: già all’alba, molto prima che iniziasse la S. Messa (centro delle sue giornate) andava nella cappella del Monastero.

In una sua lettera a Chiara del 2005, Luigi, riferendosi alla meditazione su: “La voglio rivedere in te, in voi”, scriveva:

“Che Maria Desolata possa vedere uscire dalla Sua Opera una  schiera di altri Gesù, altre Maria: una schiera di santi!”.

Ecco un altro figlio di Chiara che ha raggiunto la mèta! Il nome nuovo che lei le aveva dato è: “Deo gratias”. 

Preghiamo per Luigi e chiediamo che da lassù ci aiuti tutti a custodire la trasparenza e l’incanto dei bambini evangelici.