Metella Ghilli in Catalano

26.10.1926 – 11.06.2010
“Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua via per causa mia, la troverà“ (Ap 21,3)

La mamma di Roberto e Maria Luisa Catalano porta un nome caratteristico, Metella, Metella Ghilli, ed è nata  qui vicino, in provincia di Pisa, in un paesino fra Volterra e Cecina e, come tutta la gente di Toscana, è sempre rimasta attaccata alla sua terra che ha poi dovuto lasciare nel 1952 quando si è sposata con Michelangelo Catalano, calabrese, ma residente a Torino (dalla fine della guerra).

A due anni dal matrimonio è nato Roberto (nel ’54) e poi Maria Luisa (nel ’58). Ha preso vita così una bella famiglia, serena, dove mamma Metella ha sempre mantenuto il suo spirito libero, genuino e mordace, tipico dei toscani veraci: quello che doveva dire, lo diceva e per questo non ha mai avuto paura di nulla e di nessuno.

La mamma aveva un fratello sacerdote, don Giuseppe Ghilli, della diocesi di Livorno ed è sempre stata molto legata a lui: prima di sposarsi lo  ha seguito nel suo ministero, poi  lui è comunque rimasto sempre un punto di riferimento nella sua vita (anche dopo che è partito per il cielo nell’87. Lo zio don Giuseppe è stato  alla scuola sacerdotale a Frascati e poi qui a Loppiano dove è sepolto nel cimiterino). Proprio attraverso di lui, Roberto ha conosciuto l’Ideale a Siena e  si è messo poi in contatto con primi gen di Torino d’allora e poco alla volta  un po’ tutta la famiglia è entrata a far parte , in modi diversi, del movimento.

I primi gen di Torino e della zona (e molti siamo qui oggi: Benedetto Teresano, Valerio Gentile, Francesco Chatel, Mimmo Foderaro, Nada, Vita, Ornella,  Luigi e Maria Teresa Maffoni, Antonio Delogu, Carlo Macchini, c’ero anch’io). A casa Catalano i primi Gen erano di casa e mamma Metella era un po’ la mamma di tutti col suo inconfondibile tocco: aveva cioè sempre qualcosa da dire o ridire con tutti e con ciascuno, compresi Mauro Pesce, (Luce), il nostro Assistente Gen di allora  e anche con  Bruno Venturini allora responsabile della zona di Milano che comprendeva Piemonte e Liguria Lombardia e l’Emilia.

Quando nel 1978, senza troppi preavvisi, Roberto ha annunciato che partiva per la scuola di Loppiano, la mamma ha commentato: “Sapevo che sarebbe successo, ma non pensavo così presto”. Due anni dopo, finita la scuola, nel 1980, con Silvio Daneo, Roberto è partito per l’India per aprire il focolare e sia la mamma che il papà non hanno messo alcun ostacolo e mai hanno chiesto tornasse, neppure quando per il papà si avvicinava la fine. In quei giorni – eravamo nel 1994 –  la mamma ha avuto un primo infarto e proprio mentre il papà moriva, lei era ricoverata nello stesso ospedale due camere più in là, ed ha intuito che Michelangelo, suo marito, era partito: l’ha intuito prima che i medici glielo dicessero. (anche papà Michelangelo riposa nel nostro cimiterino di Loppiano).

Metella ha vissuto così un po’ da sola, ma bene, questi 16 anni, poi pian piano sono iniziati alcuni problemi: la frattura del femore, un secondo infarto nel dicembre 2006 ed anche se i medici erano pessimisti, lei con la sua tempra, ce l’ha fatta a riprendersi. Poi i primi segni del cedimento della memoria e della sua capacità intuitiva (entrambe note che la distinguevano): lei se ne rendeva conto, per cui ha passato un periodo non facile. Grazie al cielo Maria Luisa era accanto a lei – perchè Roberto era lontano, pur tornando molto spesso – e l’ha accompagnata con tutto l’amore.

Da un anno viveva in una bella struttura 100 km da Torino dove, sia pur con i suoi limiti di salute, ha conquistato tutto il personale. Nei giorni scorsi è aggravata e a Maria Luisa ha chiesto: “Roberto viene?”. Con Maria Luisa e Roberto accanto e lei pienamente cosciente e fino all’ultimo c’è stato un dialogo fatto di gesti, strette di mano, sguardi. Venerdì 11 giugno, alle ore 6 si è spenta con grande pace come se stesse riposando dopo una vita che ha saputo vivere fino in fondo senza compromessi, con forza e dirittura, ma anche con delicatezza. Ma ci sarà che dirà qualcosa di questo.