Raffaele Fontana

04.01.1923 – 30.06.2017 – Focolarino
“Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12)

Inziamo con una testimonianza di Lode Ciprì:

“Abitavo ad Augusta, in provincia di Siracusa. A volte mio papà mi mandava alla Banca per svolgere alcune pratiche per lui. Data la mia giovane età avevo timore di fare le cose male. Ma in quella banca mi colpiva molto un cassiere. Sorrideva sempre, mi accoglieva come se aspettasse solo me e mi aiutava con sollecitudine fin a quando avevo fatto tutto e bene. Poi mi salutava con un bel sorriso come a dire: “Sono qui per te, non preoccuparti”. Erano forse gli anni 63-64, non conoscevo ancora il Movimento. Anni dopo, trovandomi già qui a Loppiano, ho rivisto quel signore, l’ho riconosciuto dal sorriso: “ Ma tu, eri cassiere alla Cassa di Risparmio di Augusta?” Era proprio lui. Quel sorriso, quella solarità me l’hanno fatto riconoscere. Era lui, Raf Fontana. Seppi che la sua Parola di vita era “(Io sono la luce del mondo) “Chi mi segue non camminerà nelle tenebre” (ma avrà la luce della vita). Raf, vivendola nel quotidiano aveva illuminato anche me”. 

Raf nasceva a Siracusa nel 1923. Conosce il Movimento dei Focolari agli inizi degli anni ’50 e lo troviamo già in Focolare nel 1955. Approfondisce giorno per giorno il suo rapporto con Dio e coi fratelli come traspare dai suoi pensieri che spesso trascrive: 

“Ogni giorno che vivo è un dono dell’amore di Dio che si rinnova: ricambiamo questo dono inabissandoci nella Sua volontà”. 

“Come bimbo con una mano nella tua, Gesù, e l’altra nella mano di Maria, voglio percorrere la via che conduce alla Casa del Padre”. 

Una vita donata con grande generosità, piena di avventure e sorprese, di viaggi che lo portano nei focolari di Parma, Firenze, Bologna, Milano, Cagliari, Barcellona, Istanbul e qui a Loppiano, dove è stato in diversi momenti, e in questi ultimi 4 anni nel focolare Nuova Unità, la nostra Casa Verde. 

Nel 1975 si trova a Rocca di Papa. In una sua lettera leggiamo un aneddoto sulla sua vita di focolare con Foco (Igino Giordani): 

“Correva l’anno 1975 quando … fui trasferito dal focolare di Milano a Rocca di Papa. Venni così a far parte di un focolare un po’ speciale formato da Antonio Petrilli, Igino Giordani, Mario Brini e, a part-time, Ezio Tancini. … Cominciò per me tutta una serie di esperienze molto belle, in un focolare dove era costante la presenza di Gesù in mezzo a noi; ognuno cercava di dare il meglio di se! Passavo di meraviglia in meraviglia vedendo (Igino Giordani) uomo così ricco di cultura e di sapienza, che non faceva pesare mai i suoi talenti sulla mia mediocrità intellettuale e gareggiava in umiltà nell’amore”. 

Il 14 settembre 1985, qui a Loppiano nel Salone San Benedetto, viene ordinato sacerdote dal nostro Vescovo, mons. Luciano Giovannetti. I suoi nipoti che erano presenti in quell’occasione ricordano quel giorno come una giornata di festa per tutta la città. 

Nel 1992 il Gen Rosso viene invitato a fare dei concerti nell’allora “Unione Sovietica”. Racconta Lode:

“Siamo fra i primi gruppi a penetrare in quel mondo monolitico di cui nulla sappiamo, anche se già era caduto il muro di Berlino. Raf ci accompagna in quel viaggio storico. Nell’atmosfera grigia del novembre ucraino, arrivati a Kiev, ci ritroviamo in un prato verde pieno di corvi neri che facevano “Kra, Kra!!!” E Raf, col suo humor spiccato ci dice: “Ma guarda, qui già mi conoscono tutti! Li senti? dicono: “Raf, Raf!!!”. Ma quanto è stata importante la sua presenza, come focolarino pieno di sapienza e buon senso e come sacerdote, assicurandoci ogni giorno la celebrazione della messa nei locali più improvvisati, trovandoci in zona di diaspora e ateismo”.  

Nel 1998 invia a Chiara la bozza di un libro con “una riflessione per ogni giorno dell’anno”. E Chiara gli risponde: “ … Sono bei pensieri,… si sente, sono frutto della tua unità con Gesù”. Ne leggiamo alcuni: 

“Fa o Signore che questa mia vita sia solo un “affare” tra me e Te: un incontro d’amore nel quale sei sempre Tu a prendere l’iniziativa”. 

“A volte verrebbe la voglia di ribellarsi, di dire: no, questo è troppo. Poi, però, pensando all’assurdo della croce, accettato da Te, Signore, questa voglia passa e si tramuta in amore”. 

“Fammi attento, Signore, a capire nella prova che sei Tu che bussi alla mia porta; e fammi sollecito a condividere nel presente l’abbandono che Tu hai sofferto nel passato”. 

“Quale gioia, Signore, quando tutt’intorno si fa buio; e rimani solo Tu, splendida Luce”. 

“Quale consolazione, Signore, sapere che, nonostante le nostre mancanze, Tu ci ami così come siamo e rimani fedele al tuo disegno d’amore”. 

E in un altro suo scritto: “In questo tempo in cui stiamo attenti a ricaricare il nostro telefonino non dimentichiamoci di ricaricare la nostra anima con la carità”. 

E nel 2013, salutando i focolarini di Catania:

“Vorrei dirvi la mia anima, anzi vorrei donarvi la mia anima, …. 

E’ lo Spirito Santo che ha il compito di aiutarci ad amarci concretamente e a vivere “tutto quello che succede” come Amore di Dio, perché questo “Amore di Dio” diventi sempre più realtà nella nostra vita e non solo una bella aspirazione… 

Lui, lo Spirito Santo, sì, Lui può farlo questo miracolo…E’ proprio Lui, lo Spirito Santo, che mi può aiutare e ci può aiutare a ricominciare sempre. E così anche oggi, voglio ricominciare.”

In questi ultimi tempi il suo linguaggio era essenziale: nelle intenzioni pregava sempre “Per tutti quelli che non pregano”. “Per gli ammalati. Per i carcerati…” E alla fine della Messa, dove lui concelebrava, tutti aspettavamo il suo saluto finale, in cui ci dava un po’ la sua anima, uno stimolo: diceva: “La Messa è finita, andiamo in pace, CRESCENDO NELL’AMORE!” 

E si sentiva che lui era cresciuto tanto nell’amore come lui auspicava in uno dei suoi pensieri: 

“Signore, fa che ti ami a tal punto da rubarti il Paradiso, come il buon ladrone”. 

E lì, in Paradiso, ora lo pensiamo con Chiara e tutta la Mariapoli Celeste. 

Grazie Raf!