Suor Maria Angela Pierina Palestra

12.09.1901 – 07.02.1980
“Se il chicco di grano caduto in terra non muore rimane solo, se invece muore produce molto frutto.” (Gv 12,24)

Sr. Mariangela  fin da giovanissima aveva sentito la chiamata a seguire Gesù e molto presto era entrata nel convento di clausura di Miasino (Novara).

Lei stessa racconta qualcosa del primo periodo vissuto in convento e la fatica fatta per vincere il suo carattere che non era per niente docile:

“Ero in clausura, sì, ma mi aspettavo più penitenze, più mortificazioni  fisiche, mentre ciò che avevo trovato mi sembrava troppo poco esigente. Ho capito presto però ciò che Dio  voleva innanzitutto da me  e l’occasione è stata quella  di dover condividere il lavoro della cucina, alla quale ero stata assegnata, con una consorella bravissima ma con un carattere completamente diverso dal mio. Provavo per lei una tale antipatia che quando la vedevo mi veniva da voltare la faccia dall’altra parte; inoltre non mi piaceva per niente cucinare e tutto ciò mi ha fatto capire quale era la penitenza che Dio  mi offriva: era veramente pane per i miei denti e.. mi sono buttata! Questa opportunità mi ha dato l’occasione di amare con cuore puro per un lungo periodo.” 

Nel ’38 aveva avuto un’intuizione:

“un giorno ci sarebbero state delle contemplative che avrebbero vissuto una spiritualità tutta informata all’unità , quell’unità invocata da Gesù nel suo testamento.”

Quando nel ’52 è arrivato l’Ideale a Miasino, Sr Mariangela disse: “E’ questo lo spirito.”

Aderendo all’Ideale è cresciuto il suo amore, già grandissimo, per Maria (“sono in contemplazione della sua Opera” diceva) e per Gesù crocifisso, contemplato ora nel suo più grande dolore, quello dell’abbandono. Diceva:

“La santità delle scuole elementari è amare e soffrire. Gesù Abbandonato è la santità delle scuole superiori, di quelli che vogliono laurearsi nell’amare e morire. Io trovo che se cesso di morire, cesso di amare.”

Trasferitasi con alcune suore del suo convento a Loppiano, ha condiviso, da claustrale, le gioie e le fatiche dell’iniziale cittadella, gioendo della presenza di Gesù in mezzo a tanti fratelli con vocazioni diverse dalla sua ma ugualmente totalitarie.

Ora riposa nel camposanto di Loppiano con altre tre consorelle (Madre M. Teresa, Sr. Maddalena e Sr. Maria Regina) che, in tempi diversi, l’hanno raggiunta in Paradiso.