Renata e la sua vita

28 Feb 2020 | Vita

Con un suo scritto, ricordiamo il 30° anniversario della Serva di Dio Renata Borlone, per trentasette anni, corresponsabile della cittadella.

 «Entrammo in una stanza dove già si era radunato un altro piccolo gruppo di giovani. Seduta su una sedia con i braccioli, scorsi Graziella. Aveva allora 24 anni. Coronavano il suo viso due bellissime trecce bionde. Mi misi di fronte a lei, che continuò il discorso già iniziato. Aveva un linguaggio semplice e misterioso insieme. Parlava di sé, delle sue compagne, condendo il suo parlare con le parole di Gesù: “Beati coloro che piangono perché saranno consolati” (…). L’impressione mia, mentre l’ascoltavo, fu che l’anima si sciogliesse. Ebbi l’intuizione di Dio Amore. Non fu il frutto di un ragionamento, ma un’esperienza di Lui, luminosa, calda, che penetrò fin nelle fibre più profonde del mio essere. Piansi dall’inizio alla fine. Sentii Dio vicino; mi cadde l’immagine di Lui, come l’avevo avuta fino ad allora: giudice, che castiga i cattivi e premia i buoni. Uscii con un senso di leggerezza straordinaria, come quando da bambina mi ero confessata per la prima volta, ed avevo sentito cadermi di dosso tanti pesi. Le mie compagne mi guardavano; commentavano; non capivano un cristianesimo così esagerato … quell’incontro sapeva di protestantesimo… una ragazza che parla del Vangelo… Non risposi nulla; mi sentivo trasformata, un’altra persona. Corsi per tutta Via Nazionale; arrivai a casa. Era cominciata in quel momento la mia nuova vita».

È così che Renata descrive quell’8 maggio 1949, il suo primo incontro con l’ideale dell’unità. Allora aveva appena 19 anni. E quella “nuova vita”, iniziata con una corsa in Via Nazionale, l’ha portata, correndo, fino al 27 febbraio del 1990, giorno in cui è tornata alla casa del Padre. Non aveva ancora compiuto 60 anni. In questi giorni, celebriamo il 30° anniversario della sua partenza per il Cielo e vogliamo ricordarla così, piena di vita e di un amore personale e illimitato per ciascuno. D’altra parte lei stessa, prima di morire, ripeteva: “Sono felice, sono troppo felice”, “Voglio testimoniare che la morte è Vita”.

Purtroppo, l’evento, fissato a Loppiano per l’8 marzo attraverso il quale avremmo voluto far conoscere meglio l’aspetto più mistico della vita di Renata, è stato rimandato a data da stabilirsi. Vi comunicheremo prima possibile il nuovo appuntamento.

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